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Fini: “Superare pregiudizi sugli immigrati, sono tipici del populismo”

"Basta con la politica della paura" Roma, 26 novenbre 2010 – "La stella polare di una crescente integrazione europea è un processo in via di definizione".

Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, alla presentazione a Montecitorio del Rapporto "EuroMed Intercultural Trends 2010" della Fondazione Anna Lindh, insieme al ministro degli Esteri Franco Frattini, al presidente della commissione Antimafia Beppe Pisanu, al responsabile Esteri del Pd Piero Fassino.

"Occorre puntare – ha affermato – su una campagna che superi i pregiudizi legati all’immigrato tipici di certi populismi cosi’ diffusi e crescenti in Europa, che fanno della politica della paura la molla per il consenso". In particolare, Fini ha sottolineato, nel contesto della valorizzazione di tutte le potenzialita’ del rapporto Europa-Mediterraneo, che "e’ allora necessario riflettere, fra noi connazionali italiani a 150 anni dall’Unita’, su un concetto di nazione nel XXI secolo non piu’ solo come la terra dei padri che unisce un popolo dato all’interno di un confine definito, ma, insieme, su una concezione dinamica e a mio modo di vedere piu’ lungimirante della nazione come corpo di persone di diversa provenienza che vive quel "plebiscito che si compie ogni giorno" per citare Renan e condivide una "missione" di crescita e di civilta’".

"Proprio la priorita’ culturale – ha proseguito – dovra’ essere la stella polare di questo percorso che si pone l’obiettivo ambizioso della creazione di una zona di libero scambio con 750 milioni di persone e il 24% del Pil mondiale. Una priorita’ culturale che dovra’ tener conto delle differenze legate alla sensibilita’ religiosa".

Fini ha evidenziato che "proprio la rilevazione del rapporto ci ricorda come la diversa percezione della sensibilita’ religiosa sia uno dei temi piu’ controversi e difficili nei rapporti fra le due sponde del Mediterraneo. Il riconoscimento di questi problemi implica la necessita’ di promuovere l’educazione al rispetto di ogni credo religioso. La fede -ha sottolineato la terza carica dello Stato – pur nella pluralita’ delle confessioni, deve apparire come un fattore di arricchimento e di incontro tra le persone".

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