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Leggi immigrazione: il governo contro Marche e Toscana

Impugnate le nuove norme regionali: “Su queste cmaterie decide lo Stato”. Martini (Toscana): “Difendiamo la nostra autonomia” Roma – 16 luglio 2009 – Le Regioni non possono legiferare sull’ingresso e sul soggiorno dei cittadini stranieri, tantomeno per dare diritti a quelli senza permesso di soggiorno. È la posizione del governo, che ieri  ha chiesto l’intervento della Corte costituzionale contro la legge della Regione Marche n.13/2009 e la legge della Regione Toscana n.29/2009, entrambe dedicate all’immigrazione.

"La legge della Regione Marche –  si legge in una nota del Dipartimento per i Rapporti con le Regioni –  prevede una serie di interventi in favore non solo di cittadini  stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio regionale, ma  rivolti anche a "cittadini stranieri immigrati in attesa della  conclusione del procedimento di regolarizzazione.   Pertanto  essa richiama la condizione  giuridica dell’immigrato che, ancora privo di regolare permesso di  soggiorno, risulta sprovvisto dei documenti necessari affinchè  la sua presenza sul territorio nazionale possa essere qualificata, ai sensi  della normativa statale, come legittima".

"La legge della Regione  Toscana, invece, – continua la nota –  contiene alcune disposizioni che prevedono specifici  interventi (in materia di assistenza socio-sanitaria, di rilascio e  rinnovo dei permessi di soggiorno, di incidenza sui flussi migratori)  in favore di cittadini stranieri immigrati privi di regolare permesso  di soggiorno, eccedendo in tal modo dalla competenza regionale".       

"Tali leggi – si legge ancora nella nota – disciplinando ed  agevolando il soggiorno degli stranieri che dimorano irregolarmente  nel territorio nazionale, incidono sulla disciplina dell’ingresso e  del soggiorno degli immigrati che, come più volte affermato dalla  Corte Costituzionale e’ riservata allo Stato, in quanto ricompresa  nelle materie ‘diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini  di Stati non appartenenti all’Unione europea’ e ‘immigrazione’".

"È un ricorso annunciato ancor prima che la legge fosse approvata, frutto di un atteggiamento, questi si’ ostile e pregiudiziale" commenta il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini.

"La nostra legge – sottolinea Martini – dice quello che dice la Costituzione. E’ una legge che interviene sugli aspetti sociali, di competenza regionale, legati alla presenza di immigrati, quindi alle politiche dell’accoglienza e dell’integrazione oltre che alle forme di primo e urgente soccorso a tutela anche della salute pubblica. La Legge toscana non interviene quindi ne’ sulla condizione giuridica dell’immigrato, ne’ sulla regolamentazione di flussi, materie di stretta competenza statale".

"In Toscana – prosegue Martini – siamo abituati a rispettare le leggi dello Stato, ma anche a difendere l’autonomia che la Costituzione ci riconosce. Affronteremo con serenità e convinzione il dibattito di fronte alla Corte perché solo la Consulta e non il governo può stabilire se abbiamo o no travalicato le nostre competenze".

EP

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