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Poligamia. No al ricongiungimento, anche se è tra madre e figlio

Roma – 1  marzo 2013 – Dalla Corte di Cassazione arriva una presa di posizione importante riguardo al ricongiungimento delle famiglie straniere "allargate" perché nel Paese di origine vige la poligamia. È tutto scritto nell'ordinanza n° 4984 del 28 febbraio 2013 emessa dalla Corte di Cassazione.

 

Nel caso di specie, il figlio aveva ottenuto il nulla osta al ricongiungimento familiare per la mamma. Quando la signora si è presentata in Ambasciata per la richiesta del visto d’ingresso, alla rappresentanza consolare risultava che l’interessata era sposata con un cittadino straniero residente in Italia, il quale aveva richiesto è ottenuto il ricongiungimento familiare per un’altra moglie. La Corte d’Appello di Venezia aveva respinto il ricorso presentato dalla Farnesina evidenziando che la domanda era stata presentata dal figlio e non dal coniuge. Il fatto era avvenuto prima dell’entrata in vigore della legge che vieta espressamente il ricongiungimento familiare in caso di poligamia.

I giudici di merito, con l’ordinanza n° 4984/2013, hanno accolto il ricorso presentato in seconda istanza dal Ministero degli Esteri, osservando che la legge stabilisce un divieto al ricongiungimento familiare dei coniugi di cittadini stranieri già regolarmente soggiornanti con altro coniuge in Italia, non distinguendo soggettivamente la provenienza della domanda al fine di evitare l’insorgenza nell’ordinamento italiano della poligamia, contraria all’ordine pubblico.

Si è stabilito il principio che  l’Amministrazione non è obbligata ad accertare e/o dimostrare che il richiedente (nel caso di specie il figlio) abbia agito per conto del proprio genitore perché il divieto della poligamia non è condizionato dalla convivenza o dalla presa a carico e tale divieto perdura, comunque, fino alla cessazione legale del vincolo coniugale.

 

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