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A Messina nasce “Agorà – Spazio Migrante(S)”: una redazione giovane e multiculturale per raccontare l’Italia che cambia

Roma, 15 giugno 2025 – Un luogo di parole, immagini e incontri, dove i giovani con background migratorio diventano protagonisti del racconto dell’Italia multiculturale. È questo lo spirito di “Agorà – Spazio Migrante(S)”, il nuovo progetto inaugurato a Messina, che ha dato vita a una redazione multimediale composta da studenti liceali e universitari di seconda generazione o provenienti da altri Paesi.

Un progetto per cambiare la narrazione

L’obiettivo è ambizioso e necessario: raccontare i fenomeni migratori in modo nuovo, partendo dalle esperienze personali e dai luoghi vissuti dai protagonisti. Attraverso video, reportage e storie autentiche, “Agorà” intende superare stereotipi e pregiudizi, proponendo una visione più umana, realistica e partecipata dell’integrazione.

Il progetto è coordinato da Giulia Cavallaro ed è sostenuto da docenti e professionisti volontari. Nasce su iniziativa dell’Ufficio diocesano Migrantes di Messina, con il finanziamento della Fondazione Migrantes grazie ai fondi dell’8 per mille della Chiesa Cattolica.

Giovani protagonisti dell’inclusione

“Agorà” vuole essere molto più di un laboratorio giornalistico: è uno spazio di espressione, di formazione, ma soprattutto di inclusione sociale. Al centro ci sono i giovani di seconda generazione e gli studenti internazionali, spesso invisibili nel dibattito pubblico, ma fondamentali per costruire una società più aperta e consapevole.

Attraverso questo percorso, i ragazzi non solo acquisiscono competenze nel campo dei media e della comunicazione, ma soprattutto si riappropriano del proprio diritto alla parola, diventando testimoni e narratori attivi della propria realtà e del territorio in cui vivono.

Una comunità che si racconta

In un tempo in cui la questione migratoria è spesso strumentalizzata e raccontata solo attraverso emergenze e numeri, “Agorà – Spazio Migrante(S)” rappresenta un esempio concreto di come si possa fare informazione dal basso, generando dialogo interculturale e coesione sociale.

Messina, con questo progetto, lancia un messaggio chiaro: l’inclusione passa anche dalla comunicazione, e costruire una nuova narrazione collettiva significa dare voce a chi troppo spesso resta ai margini. Perché solo ascoltando tutte le storie, una società può davvero riconoscersi intera.

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