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600 euro al mese per asilo nido e babysitter, tornano gli aiuti per le mamme

Sono destinati alle lavoratrici, italiani e straniere, che rinunciano al congedo parentale facoltativo. Da oggi le domande all’Inps, online o tramite i patronati

Roma – 2 febbraio 2016 – Tornano gli aiuti alle neomamme che vogliono (o devono) tornare a lavoro dopo la maternità obbligatoria. Lo Stato riconoscerà loro fino a 600 euro al mese per un massimo di sei mesi per pagare “servizi per l’infanzia”, cioè asili nido o babysitter, a patto che rinuncino ad altrettanti mesi di “congedo parentale” facoltativo. 

La nuova legge di Stabilità ha stanziato per questo scopo 20 milioni di euro, che verranno assegnati fino a esaurimento in base alle domande presentate all’’Inps. Possono beneficiarne lavoratrici dipendenti italiane e straniere, sia del settore pubblico che di quello privato (escluse le lavoratrici domestiche). Ok anche a parasubordinate o libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps, ma al massimo per tre mesi. 

La domanda può essere presentata solo durante gli undici mesi successivi alla fine della maternità obbligatoria e per le lavoratrici part time il contributo verrà proporzionato alle ore di lavoro. Quindi, per esempio, con un part-time al 50% si ha diritto alla metà: 300 euro al mese. 

Il sistema di erogazione del contributo varia in base al suo utilizzo. Asili nido (pubblici e privati convenzionati) potranno infatti averlo direttamente dallo Stato e faranno pagare alla mamma solo l’eventuale differenza della retta. Le babysitter  verranno invece pagate dalle mamme, con dei buoni lavoro (o voucher) che queste ultime otterranno dall’Inps. 

Quando si presentano le domande? A partire da oggi, 2 febbraio 2016, fino a 31 dicembre 2016, a patto che per allora ci siano ancora fondi disponibili. Come? Attraverso il sito dell’Inps ( www.inps.it > Servizi per il cittadino > Autenticazione con PIN > Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito > Voucher o contributo per l’acquisto dei servizi per l’infanzia), oppure facendosi aiutare da un patronato.

Qui l’avviso e le istruzioni pubblicati dall’INPS

 

EP

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