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Al ministero dell’Interno nasce il Consiglio per le relazioni con l’Islam Italiano

Composto da docenti ed esperti, fornirà pareri e formulerà proposte riguardo alle comunità musulmane. Alfano: “Dialogo per democrazia, pace e unità”

 

Roma – 19 gennaio 2016 – Il ministero dell’Interno parla con  l’Islam,  anche per tenere aperto un canale di confronto con 1,6 milioni di immigrati musulmani in Italia. 

Angelino Alfano ha presieduto oggi la riunione di insediamento del Consiglio per le relazioni con l’Islam Italiano, del quale fanno parte docenti ed esperti della cultura e della religione islamica. L’organismo, spiega il ministro in una nota,  “avrà il compito di fornire pareri e formulare proposte in ordine alle questioni riguardanti l’integrazione della popolazione di cultura e religione islamica in Italia”. 

“Il rispetto e la collaborazione tra le identità culturali e religiose presenti in Italia – sottolinea Alfano – devono  costituire la premessa per un dialogo che arricchisca la democrazia, promuovendo le ragioni della pace, della coesione sociale e dell’unità, e che favorisca una comunità di intenti con tutti coloro che, pur provenendo da Paesi, culture, religioni e tradizioni diverse, intendono contribuire allo sviluppo pacifico e alla prosperità del nostro Paese, nel pieno rispetto delle nostre leggi e della nostra tradizione cristiana e umanistica”. 

L’Islam ha molte anime e non è organizzato come un’unica chiesa, con clero e gerarchie universamente riconosciute. Questo fino a oggi ha impedito, tra le altre cose, al stipula di un’intesa tra lo Stato Italiano e la seconda religione monoteistica più diffusa nel mondo. Il Viminale dice di voler puntare “alla formazione di un Islam italiano, rispettoso delle leggi e rispettato nella sua peculiarità in quanto compatibile con l’ordinamento italiano”.

Nel dialogo Alfano vuole coinvolgere anche i territori, attraverso i prefetti. “Soprattutto quelli che operano nelle province più interessate al fenomeno dell’immigrazione – dice – avvalendosi delle forme già sperimentate di ascolto, promozione, cooperazione e coordinamento e degli organismi quali i Consigli Territoriali per l’Immigrazione e le Conferenze permanenti, dovranno concorrere a sviluppare ogni iniziativa con quanti si riconoscano nella fede islamica, volta a migliorare l’inserimento sociale tenendo conto dei principi della Costituzione e delle leggi della Repubblica, anche nell’ottica di incentivare la coesione e la condivisione di valori e diritti”.

 

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