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Boeri: “Falso che gli immigrati rubano lavoro ai giovani”

Il presidente dell’Inps: “La competizione è su lavori meno qualificati, i giovani la sentono meno”.  I lavoratori stranieri versano 8 miliardi, ne ricevono solo 3

 

 

Roma – 7 giugno 2016  – Non sono un peso per il sistema del welfare, anzi. E non tolgono lavoro ai giovani. Il presidente delll’Inps Tito Boeri continua a sfatare i pregiudizi contro i lavoratori immigrati, sui quali soffia abbondantemente certo populismo. 

Intervenendo ieri sera a Roma a Repidee 2016, l’economista ha riccordato per l’ennesima volta che “gli immigrati versano ogni anno nelle casse della sicurezza sociale dell’Inps 8 miliardi e ne ricevono 3, quindi il saldo per noi è più che positivo, non è vero che drenano le nostre risorse. Anzi. Spesso versano i contributi ma per una serie di motivi poi non riscuotono la pensione per cui il loro ‘dono’, perché di questo si tratta, è pari a un punto del pil”. 

Secondo Boeri la mobilità dei migranti, come quella dei giovani, andrebbe favorita in Europa, perché potrebbe riequilibrare mercati del lavoro spesso molto diversi sul fronte dell’occupazione. “Invece al contrario si stanno alzando barriere” ha commentato.

Per il presidente dell’Inps, anche “l’equazione per cui l’arrivo degli immigrati toglie posti di lavoro ai giovani alla prova dei fatti non regge”. L’immigrazione può creare “sicuramente delle tensioni in ingresso per le persone meno qualificate, ma spesso i giovani sono più qualificati della media dei lavoratori italiani e quindi questo problema lo vivono in modo minore”

“In secondo luogo – ha aggiunto Boeri  –  noi abbiamo un problema di integrazione degli immigrati, prima che  si integrino poi soprattutto i rifugiati nel mercato del lavoro passa diverso tempo. I giovani in Italia hanno avuto invece problemi legati ai blocchi immediati, molto forti e inaspettati ai pensionamenti  che sono stati nel 2011”. 

 

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