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Calcio. Tavecchio elimina la discriminazione territoriale

Gli insulti contro la provenienza della squadra avversaria non bastano più a far chiudere una curva. Il neopresidente della Figc: “Evitiamo provvedimenti drastici”

Roma – 19 agosto 2014 – Cantare “noi non siamo napoletani” o “Napoli colera” non basterà più a far chiudere una curva.

Nel primo consiglio federale dell’era Tavecchio (quello del “mangiabanane”), la Figc ha eliminato l’equiparazione tra discriminazioni razziali e territoriali. Le prime continueranno ad essere punite severamente, le seconde, ha spiegato il neo presidente, “con gradualità”, “interventi più ponderati” e  “evitando provvedimenti drastici”.

Il Consiglio federale ha modificato gli articoli 11 e 12 del Codice di giustizia sportiva (ecco come) eliminando l’automatismo che anche nei casi di discriminazione territoriale, considerata finora un illecito, faceva scattare prima una diffida, poi la chiusura della curva. Ora, dopo una diffida, ci sarà la multa, ma solo in casi “di particolare gravità” o di ripetute recidive si potrà chiudere il settore da dove sono partiti gli insulti.

Lo scorso anno, per casi di “discriminazione territoriale” (tra l’altro non contemplati dalle norme della FIFA) sono state chiuse molte curve, come quelle di Inter, Milan, Torino, Juventus.

 

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