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Carte di soggiorno revocate e permessi fermi, i “casi scottanti” delle Questure

Il Cooordinamento Migranti dell’Emilia Romagna denuncia le male pratiche che complicano la vita agli immigrati. Come Youssef, Bazir e gli altri

 

Bologna – 15 dicembre 2015 – A Youssef hanno revocato la  carta di soggiorno, Mohammed ha un lavoro, ma un permesso da disoccupato, il permesso di soggiorno di Bazir è bloccato in Questura da due anni. 

I nomi sono di fantasia, ma le sventure sono tutte vere e riguardano cittadini stranieri alle prese con le interpretazioni restrittive adottate dalle Questure dell’Emilia Romagna (e di chissà quante altre regioni). Con il risultato che  essere immigrati regolari diventa sempre più difficile. 

Lo denuncia da tempo il Coordinamento Migranti, che all’inizio di novembre è pure sceso in piazza contro queste pratiche. Ora, di fronte al silenzio delle istituzioni, e alla mancata apertura di un tavolo di confronto, ha deciso di raccogliere i “casi scottanti” e renderli pubblici. 

Ecco allora Mohammed, che come molti altri immigrati ha in tasca un contratto di lavoro precario. “Come tale, però, avrebbe diritto a un permesso di soggiorno per lavoro fino a un anno. Invece, la Questura di Modena ha ben pensato di rilasciare un semplice permesso per attesa occupazione, così da liberarsi più facilmente di lui quando il suo contratto di lavoro sarà terminato e lui non servirà più alla cooperativa che oggi lo sfrutta”.

Hassan l’anno scorso ha chiesto invece l’anno scorso la carta di soggiorno a Piacenza. Aveva tutti i requisiti e un contratto a tempo indeterminato. Ora però ha perso il posto e la sicurezza del futuro in Italia. “La Questura – denuncia il Coordinamento Migranti – ha pensato di mettere in sospeso la pratica, con la chiara volontà di ostacolare Hassan e, temiamo, di rifiutare la sua richiesta. Vuole basarsi sullo status attuale di Hassan, ignorando che al momento della domanda possedeva tutti i requisiti”. 

Poi c’è Hicham, che ha ancora un lavoro e un reddito, e tutti i documenti in regola. Ha chiesto il rinnovo del permesso lo scorso marzo a Bologna, per legge dovevano rispondergli in 60 giorni, invece è ancora in attesa. E intanto?  “Deve prendere dei permessi dal lavoro per recarsi in Questura e chiedere notizie dello stato della sua pratica – se non vuole pagare degli avvocati! – ricevendo per tutta risposta un’indifferente alzata di spalle. Se mai la Questura si deciderà di dare il permesso a Hicham, glielo consegnerà quasi scaduto. Ed ecco che la sua odissea ricomincerà daccapo”.

Anche Bazir ha il permesso di soggiorno bloccato alla  Questura di Rimini, da due anni.  Come altri immigrati nella capitale della riviera romagnola, non riesce ad avere il rnnovo perché in passato ha fatto l’ambulante. “Anche se oggi Bazir ha un regolare contratto di lavoro, il calcolo del reddito e dei contributi versati è usato con assoluta discrezionalità per impedire la sua permanenza a Rimini e provincia”. 

Youssef aveva da cinque anni la carta di soggiorno, che dovrebbe essere illimitata, ma per farla valere come documento di identità ha chiesto un aggiornamento. “Una pura formalità. Tanto più che Youssef ha tutti i requisiti necessari per avere la carta di soggiorno. Ma alla Questura di Modena le formalità non vanno mai sottovalutate ed ecco che dopo una lunga attesa Youssef va all’Ufficio immigrazione convinto di ritirare la carta rinnovata e si ritrova in mano un permesso di soggiorno di un anno! Come è possibile, se esistono sentenze del Tar Lombardia che stabiliscono l’irrevocabilità della carta di soggiorno?

Il Coordinamento Migranti parla ironicamente, di  “equivoci” o, più seriamente,  di “malepratiche amministrative volte a rendere la posizione dei migranti sempre più ricattabile da padroni e padroncini”. Assicura che queste situazioni sono tutt’altro che rare e chiede ai prefetti, ai questori e al viccepresidente della Regione Elisabetta Gualmini di avviare un tavolo per chiarirle

Alla fine di ogni segnalazione, un invito e una promessa. “Pensateci, ma non troppo… perché, se volete i migranti timidi e zitti, sappiate che non vi lasceremo in pace!”.

Elvio Pasca

 

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