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Cittadinanza ai figli degli immigrati, pronta la riforma. Ecco cosa dice

Depositato il testo unificato: italiano chi nasce qui o chi arriva in Italia da piccolo. La relatrice Fabbri: “Ce la possiamo fare, l’Italia non ha paura della cittadinanza ai bambini”

 
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AGGIORNAMENTO
 
Roma – 29 luglio 2015 – Subito italiani i bambini che nascono in Italia da immigrati regolarmente residenti da almeno cinque anni. I bambini nati qui da genitori che non hanno quel requisito, oppure i bambini nati altrove ma arrivati in Italia quando avevano meno di dodici anni, diventeranno invece italiani dopo aver frequentato la scuola per cinque anni. 
 
Sono i punti principali (il “cuore” secondo la relatrice Marilena Fabbri, PD) del testo unificato per la riforma della cittadinanza depositato oggi in Commissione Affari Costituzionali alla Camera. Mette insieme i principi dello “ius soli temperato” e quello dello “ius culturae”. Il testo ora verrà discusso (e modificato) in commissione, per poi passare in Aula. 
 
Saranno i genitori a dover chiedere la cittadinanza per i figli con una “dichiarazione di volontà”. Se non lo fanno, la scelta toccherà da grandi ai figli, che avranno due anni di tempo, dopo il raggiungimento della maggiore età, per presentare la domanda. Allo stesso modo, chi è diventato italiano per volontà dei genitori, tra i 18 e i 20 anni potrà rinunciare alla cittadinanza. La cittadinanza dei figli non darà il diritto alla cittadinanza ai genitori. 
 
Il testo cerca di agevolare anche il percorso dei ragazzi più grandi, quelli comunque entrati in Italia “prima del compimento della maggiore età”. Potranno chiedere la cittadinanza (ma in questo caso sarà una “concessione”) dopo sei anni di residenza regolare in Italia, ma solo se hanno frequentato “un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo” o un “percorso di istruzione e formazione professionale con il conseguimento di una qualifica professionale”.
 
Per ora rimane fuori dalla riforma la naturalizzazione degli adulti, che oggi devonno aspettare dieci anni di residenza regolare in Italia prima di poter presentare la domanda di cittadinanza. Una scelta fatta per trovare il maggior consenso possibile in Parlamento, dove il centrodestra finora si è dimostrato pronto a discutere solo di nuove regole per i minori. Non è detto, però, che durante il suo cammino la riforma non apra anche a quest’atro fronte. 
 
“Sono convinta che questa proposta possa andare a buon fine, anche a seguito dei miglioramenti che potranno emergere dalla discussione degli emendamenti in commissione a settembre e in aula nelle settimane successive” dice Marilena Fabbri. “La società italiana che vive quotidianamente a fianco delle famiglie straniere che sono regolarmente presenti in Italia, che mandano i figli a scuola e vivono insieme a noi le speranze e le paure dell’Italia di oggi non ha paura della cittadinanza ai bambini, a coloro che crescono sentendosi italiani”. 
 
Sarà  la discussione sulla riforma a dimostrare se le cose stanno davvero così. Intanto, però, la correlatice Annagrazia Calabria, Forza Italia, ha rimesso il suo mandato e annuncia opposizione. “Per noi esistono valori non negoziabili  che sono il rispetto, la difesa e l’orgoglio dell’identità italiana” ha spiegato Calabria, sostenendo che “il testo proposto non rispetta alcuno di questi principi”. 
 
 
Stranieriinitalia.it 
 

Reporma sa Citizenship, narito ang nilalaman (Akoaypilipino.eu)

移民子女的国籍问题 意议员就国籍法改革提交统一条例 (Migreat.it)

Shtetësia për bijtë e imigrantëve. Risitë e tekstit të unifikuar të Reformës (Migreat.it)

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