in

Cittadinanza. E il Comune si prese sei mesi per organizzare il giuramento

Massimo Bitonci cittadinanza

A Padova una delibera del sindaco Bitonci porta da 30 a 180 giorni i termini dei procedimenti per gli aspiranti italiani. Con il rischio che debbano ricominciare da capo

 

 

Padova  – 4 dicembre 2015 –  Uno sgambetto. Un tirarti la maglia quando sei a un metro dal traguardo. 

Il Comune di Padova, nel secondo anno dell’era Bitonci, ce la sta mettendo tutto per rimandare il momento in cui gli stranieri diventano italiani. Hanno già aspettato tredici, quattordici, quindici anni per avere la cittadinanza? Che aspettino altri sei mesi, anche con il rischio di dover ricominciare da capo. 

È scritto in una delibera approvata lo scorso 15 settembre dalla giunta del sindaco leghista, che ritocca i tempi amministrativi per la  “trascrizione di atti e provvedimenti formati all’estero” e per il “procedimento per l’acquisto della cittadinanza italiana”, portandoli a 180 giorni. Prima il Comune doveva mettercene al massimo 30.

Fino a sei mesi di attesa, quindi, per il giuramento, l’ ultimo e in evitabile passaggio prima di diventare italiani. O perché il comune trascriva ad esempio gli atti di nascita dei tuoi figli per dire che sono davvero figli tuoi e che quindi possono diventare italian anche loro. 

Sei mesi di attesa che si aggiungono ad almeno dieci anni passati in Italia prima di poter chiedere la cittadinanza e ai due, mai,  tre, spesso, o  a volta anche quattro anni o più che il ministero dell’Interno si è preso per controllare che intanto eri regolarmente residente, che non sei un soggetto pericoloso e che hai un reddito sufficiente a mantenere te e i tuoi familiari. 

Tra l’altro, quei 180 giorni sono davvero un rischio. Dalla notifica del decreto di concessione della cittadinanza, infatti, si hanno al massimo proprio 180 giorni per prestare giuramento. Altrimenti il decreto non vale più e bisogna presentare una nuova domanda. La scadenza fissata dal Comune di Padova coincide insomma con quella che l’aspirante italiano non può permettersi di sforare. 

“Non si capisce a cosa servono quei 180 giorni. Tutti i controlli li hanno già fatti la Polizia e la Prefettura. Cos’altro deve controllare il Comune?” chiede Pap Fall, presidente dell’Anolf Cisl di Padova e Rovigo. 

“Nella delibera – dice il sindacalista a Stranieriinitalia.it – si richiama la ‘complessità del procedimento’, che però non è affatto complesso. È vero, sono aumentate  le concessioni di cittadinanza, ma se questo è il problema allora il Comune si organizzi meglio e non penalizzi ulteriormente chi ha già atteso per tanto tempo”. 

Fall definisce  la situazione “disastrosa, assolutamente da rivedere”. “Il sindaco Bitonci – sottolinea – parla spesso di immigrazione ‘buona’ da tenere e immigrazione ‘cattiva’ da isolare. Queste sono tutte persone che hanno alle spalle percorsi lunghissimi di integrazione, hanno proprio tutti i requisiti per diventare italiani”.

Perché allora lasciarle ancora in sala d’attesa, proprio quando devono solo giurare di “essere fedele alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato”? 

Elvio Pasca

 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 1 Media: 5]

Reato di clandestinità. La Camera insiste: “Il governo lo cancelli”

Street Workout al Parco Sempione

Adrian, Bogdan e gli altri, corpi perfetti con lo street workout