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Cittadinanza. Il Pd: “Senza call center, un terno al lotto”

Sarubbi: “Gli aspiranti italiani pagano duecento euro, ma il servizio peggiora”. Vito: “Ora c’è più privacy”

Roma – 20 gennaio 2011 – Dall’inizio di quest’anno non funziona più il call center telefonico del ministero dell’Interno dedicato alle domande di cittadinanza. Gli aspiranti italiani possono ormai avere solo informazioni sulle loro pratiche solo via internet, collegandosi al sito http://cittadinanza.interno.it.

La cancellazione del call center, si legge in un interrogazione del deputato del Pd Andrea Sarubbi, contrasta “con l’orientamento condiviso dalle diverse forze politiche” di semplificare l’iter delle domande. “Il contributo di  200 euro all’atto della presentazione della domanda, – sottolinea Sarubbi – sembra immotivato e non solo non comporta un miglioramento del servizio, ma addirittura porta ad un suo notevole peggioramento”.

A  Sarubbi ha risposto ieri alla Camera  il ministro per i rapporti col Parlamento Elio Vito, difendendo il nuovo sistema di consultazione online. Questo,  secondo Vito,  garantisce “una maggiore privacy degli utenti, ma riesce anche a soddisfare le loro esigenze attraverso risposte ai quesiti pervenuti ad una casella di posta elettronica, appositamente attiva presso il competente dipartimento del Ministero dell’interno”.

È davvero così? Sarubbi non ne sembra convinto e ieri in Aula ha citato il caso di un curdo che aspetta da sei anni la cittadinanza e che collegandosi al sito, ha trovato questa risposta: «l’ufficio sta procedendo alla valutazione complessiva degli elementi informativi». “Manca qualcosa? Non si sa. Quanto tempo ci vorrà? Non si sa” ha detto il deputato del Pd.

“Fino al 31 dicembre, -ha sottolineato Sarubbi  – un operatore gli avrebbe segnalato che, magari, mancava una fotocopia o che il suo cognome era stato trascritto male e che, quindi, sarebbe servito un ulteriore documento. Oggi no, oggi è un terno al lotto”.

EP

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