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Cittadinanza. Renzi: “Riforma entro l’anno, italiani dopo un ciclo scolastico”

Il premier: “Dobbiamo trovare un criterio che lega lo ius soli alla scuola”. “Mare Nostrum deve essere un’operazione europea”

Roma – 9 maggio 2014 – Italiani dopo un ciclo scolastico. È l’idea di riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati che Matteo Renzi crede di poter condurre in porto entro la fine dell’anno.

Il premier, intervenuto ieri sera su LA 7alla trasmissione Anno Uno, ha raccontato ancora una volta del suo incontro con due bambine in una scuola di Firenze, Fatima e Maria. “Sono nate nello stesso ospedale, condividono gli stessi gusti. Ma Maria mi chiede: perché Fatima non ha la cittadinanza e io si? La risposta è che la legge sulla cittadinanza non funziona”.

Renzi ha ricordato le contrapposizioni sull’idea di cittadinanza. “Una parte dice: facciamo lo ius soli, che vuol dire se nasci in Italia sei italiano. Ma ad altri questo non va bene, dicono che lo fanno Paesi pericolosi, come l’America” ha scherzato il premier. “Per loro il principio è lo ius sanguinis, e così se uno ha un trisnonno o una trisavola italiana diventa italiano”.

“La soluzione potrebbe essere, entro al fine dell’anno, quella di trovare un criterio che lega lo ius soli a un ciclo scolastico. Se tu fai le elementari o le medie in questo territorio, acquisisci quel patrimonio di identità che è tipica dell’italianità, a questo punto – ha spiegato il presidente del Consiglio – io ti riconosco la cittadinanza”.

Riguardo all’Operazione Mare Nostrum, Renzi ha detto: “Noi la facciamo, ma l’Europa non è che ci può fare le lezioni ogni volta dicendoci cosa fare”. “Deve essere una operazione europea e non italiana. Ci consente di salvare vite umane, ma anche di arrestare centinaia di scafisti che andrebbero messi in galera e buttata la chiave”.

“A Ban Ki-moon [che Renzi ha incontrato mercoledì ndr] ho detto ci siamo stufati di fare la parte dei fessacchiotti” su questo tema. “Le Nazioni Unite prendano l’impegno di fare un inviato speciale in Libia”, anche con lo scopo di “evitare che gli scafisti siano i proprietari delle coste”.
 

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