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Cittadinanza, riforma in calendario in Senato tra mille incognite

Chiuso il referendum, il ddl 2092 torna all’ordine del giorno. La relatrice Lo Moro: “Avanti indipendentemente dalla crisi di governo”. Ma non è solo la sessione di bilancio che potrà far tornare in coda le speranze dei figli degli immigrati

 

Roma – 5 dicembre 2016 – È in un’Italia divisa dal risultato del referendum, con un governo dimissionario e molti più interrogativi che certezze sul futuro che la riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati riprende, o almeno promette di riprendere, il suo cammino in Senato. 

La Commissione Affari Costituzionali è convocata a Palazzo Madama per domani pomeriggio. All’ordine del giorno c’è il “ddl 2092 e connessi (disposizioni in materia di cittadinanza)”. Non succedeva dallo scorso aprile, quando ci fu un ultimo giro di audizioni informali, prima della presentazione di migliaia di emendamenti, tra l’altro non ancora pubblicati. 

“Si riparte, e si riparte indipendentemente dalla vittoria del No al referendum e dalla sorte del governo” dice a Stranieriinitalia.it Doris Lo Moro, relatrice della riforma e capogruppo del Partito Democratico in Commissione.  La Renxit secondo lei non può affossare definitivamente le speranze dei figli degli immigrati. “Ci sono ancora tutte le condizioni per andare avanti e arrivare all’approvazione della riforma. Ne sono certa”. 

In realtà un intoppo tecnico salterà probabilmente fuori già domani. In Senato inizia infatti la sessione di Bilancio, che congela tutti i disegni di legge che hanno possibili ricadute finanziarie. Il fatto che per la riforma sia stato chiesto e ottenuto un parere della Commissione Bilancio (che ha dato il via libera a condizione che non costi troppo) imporrebbe un nuovo stop almeno finchè Palazzo Madama non licenzierà il ddl di Bilancio . 

Non è sicuro nemmeno che domani saranno finalmente pubblicati gli oltre settemila emendamenti presentati in Commissione, quasi tutti della Lega Nord. A dirla tutta, pure la convocazione di domani potrebbe subire delle modifiche causa crisi di governo. 

Nonostante l’ottimismo della relatrice, bisognerà mettere in conto che la riforma dovrà fare i conti con i nuovi equilibri politici e le nuove priorità che si andranno a formare dopo che Matteo Renzi presenterà le dimissioni da Capo dello Stato. Era proprio per questo che figli di immigrati e associazioni che li sostengono avevano chiesto invano ai senatori di approvare la riforma prima del referendum costituzionale

Intanto, nel week end, gli #Italianisenzacittadinanza hanno lanciato una nuova campagna su Facebook, #Italianisenzavoto, raccogliendo molte adesioni anche tra i fortunati figli di italiani che il diritto di voto già lo hanno, ma hanno modificato per l’occasione l’immagine del proprio profilo.  

“Siamo stati inondati dalle foto profilo di amiche e amici solidali. Alcune non siamo riuscite a modificarle prima e quindi le postiamo ora. Anche perché la lotta degli Italiani senza cittadinanza continua e migliora, così come deve migliorare anche questo nostro Paese. Pari diritti per chi cresce in Italia!” annunciano i promotori su Facebook. E intanto stanno scrivendo di nuovo a senatrici e senatori. 

“Il Senato è ancora nel pieno delle sue funzioni e anzi il suo ruolo esce confermato dall’esito del referendum. Ci aspettiamo quindi che vada avanti fino all’approvazione della riforma della cittadinanza” dice a Stranieriinitalia.it Mohamed Tailmoun, uno dei fondatori della Rete G2 Seconde Generazioni.  

“Noi italiani col permesso di soggiorno abbiamo fame di riforme che impattino sulla nostra vita quotidiana, quella della cittadinanza  la vita ce la cambierebbe davvero. Oggi tutti sembrano convinti – aggiunge Tailmoun – che a primavera si andrà a votare. Per allora vogliamo diventare cittadini e votare anche noi. La riforma sia tra le priorità di un eventuale governo di scopo. I numeri per approvarla c’erano prima del referendum e ci sono ancora”. 

 

Elvio Pasca

 

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