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Cittadinanza. Scola: “Sì allo ius soli, ma regolato”

L'arcivescovo di Milano: "Il mescolamento dei popoli è iun processo inarrestabile, orientiamolo verso l'integrazione. Politica interpreti anche le paure della gente"

Roma – 18 settembre 2013 – "Io istintivamente sono a favore dello ius soli, però anche questo va studiato e regolamentato con grande attenzione e realismo".

Lo dice oggi il cardinale Angelo Scola, intervistato da Repubblica. "In una situazione come quella attuale – spiega l' arcivescovo di MIlano – non si può sancire meccanicamente il diritto per chiunque venga in Italia, anche per poco tempo, di fare un figlio, fargli ottenere la cittadinanza, e poi andarsene".

"Il mescolamento dei popoli – agiunge Scola – è un processo. E i processi non ci chiedono il permesso di capitare: avvengono. Saggezza chiede che cerchiamo di orientarli al meglio, puntando all’integrazione. È di capitale importanza però distinguere i ruoli. La Chiesa è chiamata a fare una cosa, la società civile è chiamata a farne altre, la politica altre ancora".

Il cardinale sottolinea che "quando il Papa va a Lampedusa, testimonia che la Chiesa deve farsi carico del bisogno nella sua immediatezza. Arriva da noi gente che sta male: la si accoglie, la si aiuta. Poi però la politica deve fare la sua parte".

"Sull’immigrazione – conclude Scola – è necessaria una politica capace di interpretare e di gestire le istanze che nascono dalla società civile, compresa la paura della gente".

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