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Flussi. I vescovi: “Più ingressi regolari per evitare tragedie”

Perego (Fondazione Migrantes): “Servono canali protetti e cooperazione internazionale. Più attenzione ai Paesi del Mediterraneo”

Roma – 28 novembre 2011 – La necessità di “creare dei canali protetti, soprattutto in questa stagione, con la situazione del mare che non sempre e’ favorevole”, e contemporaneamente di muoversi “nell’ottica della cooperazione internazionale, che in questi ultimi anni, da parte di tutti gli Stati europei e non solo, anche alla luce della crisi, si era praticamente azzerata o quasi”.

È la sollecitazione che arriva da monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes della Cei, dopo l’ultima tragedia del mare al largo di Brindisi.

“Un terzo livello – sottolinea mons. Perego, intervistato ieri dalla Radio Vaticana – e’ provare a rileggere anche la modalita’ con cui entrano gli stranieri in Italia e in altri Paesi in Europa, per dare quote maggiori soprattutto ad alcuni Paesi che in questo momento sono al di là del Mediterraneo e vivono la drammatica situazione di rivoluzioni e di instabilità. Diversamente potremmo assistere a nuovi arrivi che si risolvono in una drammatica situazione, come per alcuni di quelli che volevano sbarcare in Puglia”.

“La rotta della Puglia gia’ precedentemente era stata battuta ed era una delle rotte del traffico degli esseri umani proveniente soprattutto dall’Asia – ricorda il direttore di Migrantes – È chiaro pero’ che in questo preciso momento, in cui e’ stata chiusa Lampedusa, perche’ porto insicuro, alcune delle navi chiaramente possono anche prendere direzioni verso la Puglia e quindi potremmo assistere ad un aumento di sbarchi che si dirigono in particolar modo appunto verso la Puglia.

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