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Fondi maternità. Norma anti-immigrate in Lombardia: almeno 2 anni di residenza

La giunta regionale vara i nuovi criteri per i fondi Nasko e Cresco. Va meglio del previsto: per tagliare fuori le mamme straniere, la Lega Nord voleva alzare l'asticella a 5 anni

Roma – 4 novembre 2014 –  Diventa più difficile per  le donne immigrate accedere in Lombardia ai fondi che tutelano la maternità. Considerate, però, le premesse, poteva andare peggio.

La giunta regionale ha approvato venerdì scorso o nuovi criteri per l'assegnazione dei fondi Nasko e Cresco. Il primo dà un aiuto economico alle donne che rinunciano alla scelta di interrompere volontariamente la gravidanza, il secondo finanzia l'acquisto di generi alimentari nei primi diciotto mesi di vita del bambino. In entrambi i casi, bisogna avere un reddito particolarmente basso e, fino a oggi, essere residenti in Regione da almeno un anno.

Secondo i nuovi criteri, per accedere al Fondo Nasko servirà un ISEE fino a 9.000 €/anno per nucleo familiare di più di una persona e fino a 15.000 €/anno per donna sola gravida. Per il Cresco un ISEE fino a 9.000 €/anno per nucleo familiare e età del bambino compresa tra 0 e 12 mesi. In entrambi i casi, però, il periodo minimo di residenza regolare in Lombardia è stato alzato a due anni.

In realtà la Lega Nord, che guida la Regione, aveva intenzione di portare gli anni di residenza necessari a cinque, e così sarebbe state tagliate fuori molte mamme immigrate. Un'intenzione contrastata però anche dai colleghi della maggioranza di centrodestra.

“È un grande risultato che conferma l’attenzione di Regione Lombardia per i più fragili e deboli” commentano Luca Del Gobbo e Stefano Carugo,capogruppo e consigliere regionale del Nuovo Centrodestra. “Grazie al nostro lavoro – prosegue Carugo – siamo riusciti a scongiurare l'innalzamento a cinque anni dell'obbligo di residenza che avrebbe snaturato questo intervento”.

"La discriminazione antistranieri è per la Lega forse l'unico principio guida, e sorprende che i suoi alleati si adeguino cosi' docilmente" attaccano invece la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi e il consigliere Carlo Borghetti, entrambi del Partito Democratico. "Unico lato positivo e' che sia stata elevata la soglia di reddito per le donne sole e che le soglie per l'accesso ai fondi Cresco siano state parificate a quelle dei Nasko".
 

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