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Il commento. Papa Francesco si scaglia contro la politica dei porti chiusi

Roma, 22 gennaio 2020 – “Come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l’amore di Dio rivelato da Gesù Cristo”.

Queste le parole di Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro, criticando il fatto che “tante volte non li lasciano sbarcare nei porti”.

“Oggi il mare sul quale fecero naufragio Paolo e i suoi compagni è ancora una volta un luogo pericoloso per la vita di altri naviganti”, ha detto il Papa che ha incentrato la sua catechesi sul naufragio di Paolo e l’ospitalità che l’apostolo trova a Malta, in occasione della settimana per la promozione dell’unità dei cristiani.

“In tutto il mondo uomini e donne migranti affrontano viaggi rischiosi per sfuggire alla violenza, per sfuggire alla guerra, per sfuggire alla povertà. Come Paolo e i suoi compagni sperimentano l’indifferenza, l’ostilità del deserto, dei fiumi, dei mari… tante volte non li lasciano sbarcare nei porti. Ma, purtroppo, a volte incontrano anche l’ostilità ben peggiore degli uomini. Sono sfruttati da trafficanti criminali, oggi!, sono trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti, oggi!, a volte l’inospitalità li rigetta come un’onda verso la povertà o i pericoli da cui sono fuggiti. Noi come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l’amore di Dio rivelato da Gesù Cristo. Possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l’ostilità e l’indifferenza, ma che ogni persona è preziosa per Dio e amata da Lui”.

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