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La lettera. Salvini risponde a stranieriinitalia.it: ‘Sulla cittadinanza troppi furbetti’

Roma, 22 ottobre 2018 – “Di certo serve più efficienza da parte dello Stato, ma anche meno furbetti da parte degli stranieri”. Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini risponde a Elizabeth Arquinigo Pardo, la ragazza peruviana, da 18 anni in Italia, che ha scritto una lettera, pubblicata sul nostro sito e rilanciata da Repubblica, per spiegare perché si sente tradita dalle politche di Salvini. “Mi sono laureata – spiegava la ragazza – parlo italiano e sono un’onesta contribuente. Ho iniziato a lavorare stabilmente, con contratti regolari sia da dipendente che da partita Iva, subito dopo l’università. La cittadinanza non solo me la sono conquistata, come coronamento di un percorso di integrazione. Me la sono anche sudata e guadagnata. Ho presentato domanda con i miei redditi, infatti. Ecco signor ministro, io, una cittadina perfettamente regolare, rischio ora di non avercela mai questa cittadinanza”.
Elizabeth, in sostanza, non si sente affatto tutelata, nonostante Salvini abbia sempre detto che “gli immigrati regolari sono nostri amici”. Il ministro dell’Interno le ha risposto con un messaggio personale. “Cara Elizabeth, ho letto con attenzione la tua lettera dell’altro giorno a Repubblica. Confermo: chi arriva in Italia per lavorare, rispetta le leggi e si comporta bene è il benvenuto ed è un amico. I tempi per la concessione della cittadinanza si sono dilatati per l’alto numero di domande (circa 300mila), che fatichiamo a smaltire anche per i numerosi casi di documenti contraffatti. Pensa che nel 2018 circa il 60% delle istanze è stato rigettato e ci sono 4.500 ricorsi pendenti. Una situazione che mi sono ritrovato sulla scrivania e che, dopo meno di cinque mesi al Viminale, sto cercando di sistemare. I quattro anni di tempo sono il limite massimo che ci siamo dati, con l’auspicio di essere più rapidi. Prima, col limite dei 24 mesi, troppi uffici finivano per collassare. Per la questione del master all’estero: brevi periodi di studio o di esperienze fuori dall’Italia non sono un problema, anzi, ma è evidente che la richiesta di cittadinanza presuppone una continuità di residenza sul territorio nazionale che viene meno se ci si allontana per lunghi periodi. E su questo punto la legge è rimasta uguale. Per concludere. Di certo serve più efficienza da parte dello Stato, cara Elizabeth, ma anche meno furbetti da parte degli stranieri, aspiranti cittadini italiani, che penalizzano gli amici come te. Tienimi aggiornato. Buona vita”.

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