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Maroni: al via nuove misure contro i clandestini

Rimpatri immediati da Lampedusa e pattugliamenti in Libia ROMA, 30 dicembre 2008 – All’emergenza clandestini il Governo vuole rispondere con misure d’emergenza: già da oggi partiranno i primi rimpatri di migranti direttamente da dove sono sbarcati, da Lampedusa. A gennaio, inoltre, via ai pattugliamenti congiunti nelle acque libiche.

Ad annunciarlo il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, mentre l’atteggiamento da tenere con la Libia è diventata la scintilla dell’ennesima polemica con il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

E’ La Russa, in un’intervista al Corriere della Sera, a consigliare il collega Maroni ad avere "pazienza" nella trattativa con i libici ed entrare nella loro mentalità: fare i duri non serve a niente. Secca la replica del titolare del Viminale. "Lui – dice Maroni – è più fortunato di me. Io non sono in qualche spiaggia nei mari tropicali, ma sono in Padania. Ho voluto rimanere qui proprio per affrontare le eventuali emergenze e quella di Lampedusa è una emergenza". Non si fa attendere la controreplica del ministro della Difesa. "Alzare la voce senza prima avere noi adempiuto ai nostri compiti, cioé la ratifica in Parlamento del Trattato di amicizia con la Libia siglato lo scorso agosto – per La Russa – può servire a livello interno, ma se si vuole veramente affrontare il problema degli sbarchi non serve a nulla". Quanto alla frecciata sui Tropici, il titolare della Difesa la restituisce al mittente plaudendo a Maroni "lodevolmente impegnato in Italia con il suo staff anche in questi giorni a svolgere i compiti tipici del ministro dell’Interno, mentre molti di noi possono invece dedicare qualche giorno alla famiglia". Bacchetta i due litiganti il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, secondo cui "non servono le punzecchiature fra i diversi ministri interessati, ma occorre un ripensamento della politica in materia".

VIA AD ESPULSIONI DA LAMPEDUSA – Dalle polemiche alle misure concrete, Maroni annuncia poi che "chi sbarca a Lampedusa sarà rimpatriato entro pochi giorni direttamente da Lampedusa, senza essere trasferito in altri centri italiani. Ho dato disposizioni per attivare un centro idoneo al riconoscimento e all’espulsione. Domani o al massimo dopodomani ci saranno i primi voli di rimpatrio". In questi giorni l’isola è meta di un flusso ininterrotto di carrette del mare che scaricano migranti ed il centro di accoglienza dell’isola scoppia. Oggi 280 clandestini sono stati trasferiti in altre strutture. A Lampedusa ne restano circa 1.300 (la capienza è di 800).

A GENNAIO PATTUGLIAMENTI COSTE LIBICHE – Ma la vera soluzione finale per l’emergenza sbarchi il ministro dell’Interno la individua nei pattugliamenti congiunti delle coste libiche, che dovrebbero partire a gennaio con sei motovedette messe a disposizione dall’Italia, ad oltre un anno dall’accordo in merito siglato siglato dall’allora ministro dell’Interno, Giuliano Amato, con il suo collega libico. Con l’avvio dei pattugliamenti, secondo Maroni, "potremo dire addio una volta per tutte al problema degli sbarchi a Lampedusa".

PD E ASSOCIAZIONI ATTACCANO MARONI – La linea dura annunciata dal ministro non piace al Pd ed alle associazioni. "Falliti gli accordi con la Libia per mancata ratifica da parte del Parlamento – attacca Jean-Leonard Touadi, deputato del Pd – ora Maroni annuncia i rimpatri di massa da Lampedusa. Anche questo é un annuncio che resterà senza effetto perché i rimpatri sono contrari alle norme internazionali e alla dignità delle persone, oltre che incredibilmente onerosi per le casse dello Stato". Analoga la posizione di Filippo Miraglia, dell’Arci, che ricorda come "l’Italia sia stata già condannata dalla Corte europea di Strasburgo per un’analoga iniziativa varata dell’ottobre 2005 dell’allora ministro Pisanu". Mentre la portavoce in Italia dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), Laura Boldrini, mette in guardia dal rischio di "espulsioni generalizzate" e ricorda che "devono essere tutelati i diritti dei richiedenti asilo".

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