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Minori soli, raddoppiati gli arrivi. “Siamo come schiavi”

Oltre 7 mila approdati in Italia nei primi cinque mesi dell’anno. Sono vittime di violenze e sfruttamento. L’allarme dellUnicef: “Situazione silenziosa e disperata, l’Europa apra canali sicuri” 

 

 

4 giugno 2016 – “Se tenti di correre, loro ti sparano e muori. Se smetti di lavorare, ti picchiano. È proprio come la tratta degli schiavi” racconta Aimamo, 16 anni, parlando della fattoria in Libia, dove lui e suo fratello gemello hanno lavorato per due mesi per pagare i trafficanti. “Una volta stavo solo riposando per cinque minuti, e un uomo mi ha picchiato con un bastone. Finito di lavorare ci chiudevano a chiave”.

Un testimonianza raccolta dall’Unicef, che oggi ha presentato il nuovo rapporto  “Pericolo ad ogni passo del viaggio“, dedicato ai minori non accompagnati. Rappresentano il 90 % dei minori arrivati quest’anno attraverso l’Italia in Europa, è l’organizzazione umanitaria rilancia l’allarme sulle crescenti minacce di abuso, sfruttamento e morte che devono affrontare.

Un fenomeno preoccupantemente in crescita. Nei primi cinque mesi dell’anno, 7.009 minorenni non accompagnati – il doppio rispetto allo scorso anno- sono partiti dal Nord Africa verso l’Italia. Il rapporto documenta gli spaventosi rischi a cui vanno incontro questi adolescenti nella loro fuga per fuggire da guerre, disperazione e povertà.

Un totale di 2.809 decessi sono stati registrati nel Mediterraneo tra il 1 gennaio e il 5 giugno 2016, rispetto ai 3770 per l’intero scorso anno. La stragrande maggioranza era sulla rotta del Mediterraneo centrale – e molti erano bambini. I minorenni non accompagnati in genere sono vittime di trafficanti di esseri umani, spesso sotto il sistema di ‘pay as you go’ (pagare per partire).

Alcuni subiscono abusi sessuali e vengono sfruttati. Operatori sociali italiani hanno raccontato all’UNICEF che sia i ragazzi che le ragazze sono state aggredite sessualmente e costrette a prostituirsi mentre erano in Libia, e che alcune delle ragazze violentate aspettavano un bambino quando sono arrivate in Italia. Tuttavia a causa della natura illecita del traffico di esseri umani, non ci sono dati attendibili su come muoiano molti rifugiati e migranti, su come scompaiano mentre sono costretti a lavorare o a prostituirsi, o mentre marciscono in prigione.

“È una situazione silenziosa e disperata, che non si può spiegare. Eppure, decine di migliaia di bambini affrontano il pericolo ogni giorno e centinaia di migliaia sono pronti a rischiare tutto” spiega Marie-Pierre Poirier, Coordinatore speciale UNICEF per la crisi dei Rifugiati e dei migranti in Europa. “Abbiamo urgente bisogno di proteggere questi bambini da ogni tipo di abuso e di sfruttamento da parte di coloro che approfittano della situazione per sfruttare i loro sogni”.

Con l’arrivo dell’estate nel Mediterraneo, secondo l’UNICEF, gli ultimi numeri di bambini sulla rotta del Mediterraneo centrale potrebbero rappresentare solo la punta dell’iceberg. Altri 235.000 migranti sono attualmente in Libia, decine di migliaia di loro sono minorenni non accompagnati.

“Ogni Stato  – quelli di origine, quelli di transito e quelli in cui i bambini chiedono asilo – ha l’obbligo di istituire sistemi di protezione dai rischi che i minorenni non accompagnati devono affrontare. Nell’Unione Europea e in altri paesi di destinazione c’è la possibilità di realizzare riforme politiche e legislative per aprire maggiori opportunità per canali sicuri, legali e regolari per questi bambini” conclude Poirier.

 

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