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Mutilazioni genitali. Terzi: “Vogliamo eliminarle dalla faccia della Terra”

Il capo della diplomazia: “Attenzione ai paesi dell’Africa, ma anche all’Europa e all’Italia per le figlie degli immigrati”. Oggi è la giornata mondiale contro le MGF

Roma –  6 febbraio 2013 – "Il nostro obiettivo e' il bando  definitivo della pratica nel piu' breve tempo possibile". I risultati  "sono incoraggianti", ma "l'attivita' di sensibilizzazione  internazionale deve andare avanti". Cosi' il ministro degli Esteri,  Giulio Terzi, e' intervenuto ieri alla Farnesina alla conferenza internazionale sulla  messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili.

Dopo la risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, lo scorso dicembre, e alla vigilia della giornata mondiale sulla  tolleranza zero nei confronti delle mutilazioni genitali femminili, che si celebra oggi, Terzi ha ricordato che "sono 28 anni che va avanti questa campagna per eliminare dal nostro mondo una delle piaghe piu' terribili, che  colpisce 150 milioni di persone, di donne, in diverse parti del mondo, ma soprattutto in Africa ed in alcuni Paesi asiatici, che sono colpite da questa pratica tradizionale". E ora "non devono passare altri 28  anni per estirparle completamente dalla faccia della terra".

"L'attenzione – ha sottolineato il capo della diplomazia  italiana – non va rivolta solo ai Paesi dell'Africa. Il fenomeno  colpisce anche l'Italia e l'Europa. Continuano a esserne vittime  tantissime donne e bambine immigrate nel nostro Paese". "Prevenire il  fenomeno a livello globale – ha aggiunto – non e' solo un imperativo  morale, ma e' anche il modo piu' efficace per evitare che si diffonda  nel territorio nazionale".  

Dal 2006, l’Italia ha inserito nel suo codice penale il reato di pratica di MGF. Per i colpevoli c’è la  detenzione da 4 a 12 anni, che diventano 16 quando la vittima è minorenne e si può punire l’autore anche se l’intervento è eseguito all’estero su una cittadina italiana o straniera residente in Italia. Il personale medico rischia inoltre la radiazione dall’albo e la sospensione dell’esercizio della professione.
 

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