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Napolitano: “Pattugliare le coste da dove partono i migranti”

"Si muova la Comunità internazionale, a partire dall'Ue. Stroncare il traffico criminale di esseri umani in cooperazione con i paesi di provenienza dei flussi di emigranti e richiedenti asilo".

Roma – 3 ottobre 2013 – "Siamo ormai dinanzi al succedersi di vere e proprie stragi di innocenti, sino alla più sconvolgente questa mattina a Lampedusa, che non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della Comunità internazionale e in primo luogo dell'Unione Europea".

È la dichiarazione rilasciata dal  Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo aver appreso del naufragio di Lampedusa.

"E' indispensabile – continua il Capo dello Stato – stroncare il traffico criminale di esseri umani in cooperazione con i paesi di provenienza dei flussi di emigranti e richiedenti asilo. Sono pertanto indispensabili presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte. E, tanto per cominciare, non è accettabile che vengano negati a un'istituzione valida creata dalla Commissione Europea – il Frontex – mezzi adeguati per intervenire senza indugio".

Napolitano ha parlato della tragedia degli sbarchi anche in un messaggio per la presentazione per la presentazione del "Rapporto Italiani nel Mondo 2013" promosso dalla Fondazione Migrantes, scritto prima della strage di oggi.

"L'attenzione che va data al fenomeno degli italiani all'estero – sottolineava il Presidente della Repubblica – non deve però farci dimenticare che l'Italia continua ad essere paese di destinazione e di transito di nuovi migranti e soprattutto di profughi che provengono dalle varie aree di crisi".

"La tragedia di Ragusa con 13 morti vittime di criminali scafisti – scriveva Napolitano –  scuote le nostre coscienze e impone a noi tutti di porre in essere le misure necessarie per evitare il ripetersi di queste tragedie. Il drammatico crescere di fenomeni di fuga da paesi in guerra e da regimi oppressivi ci obbliga ad affrontare specificamente con assai maggiore sensibilità i problemi di una politica dell'asilo".

 

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