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Profughi. Il Viminale: “Serve un sistema d’accoglienza stabile”

Morcone in Parlamento: "Usciamo dall’emergenza. No a calcoli elettorali sulla vita delle persone"

 
Roma – 7 maggio 2015 – Gli sbarchi non si fermano e tutta l’Italia deve attrezzarsi in maniera stabile ad accogliere i profughi. Senza egoismi o calcoli elettorali.
 
Intervenendo stamattina  davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti, il prefetto Mario Morcone è partito dai numeri. Dopo il record di 170 mila persone sbarcate lo scorso anno, nel 2015 potrebbe andare anche peggio: dal 1 gennaio al 4 maggio sono già arrivate 33.831 persone, il 15% in più rispetto al 2014. 
 
Il capo del Dipartimento Immigrazione del Viminale ha parlato di “un'ondata di sbarchi molto imponente negli ultimi tempi. Basta pensare che in un solo giorno ci sono stati 17 avvistamenti mentre da sabato ad oggi si sono avuti oltre 7 mila sbarchi"
 
Ad oggi, l’Italia sta accogliendo 84 mila tra uomini, donne e bambini. Circa 20 mila sono inseriti  nello Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestito dagli enti locali, che Morcone ha definito “una pratica d’eccellenza”.  10 mila sono in strutture nazionali  come quelle di Crotone e Bari e 42 mila in quelle temporanee. Nei Cie, invece, ci sono appena 340 persone che non si è  riusciti ancora ad identificare.
 
"Vogliamo creare – ha spiegato il prefetto – un sistema di infrastrutture stabili ed ordinarie di accoglienza per non gestire più l'immigrazione come una emergenza". E il modello da ampliare è proprio lo Sprar, per il quale dovrebbero essere finanziati "10-15 mila posti in più", "condividendo il più possibile con i sindaci le scelte". Bisognerà però vedersela con le resistenze a livello locale. 
 
Commentando il caso della Val D’Aosta, che ha detto no all’arrivo di 79 persone, Morcone ha fatto notare che nella Regione ci sono 74 Comuni, che in media avrebbero dovuto accogliere un profugo ciascuno. "Non può essere questo – ha quindi aggiunto – il modo di affrontare questi problemi. Penso che la vita delle persone, soprattutto di chi ha sofferto, debbano essere tirate fuori dalla polemica politica o dai calcoli o dalle speranze di vincere le elezioni"
 
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