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Profughi. Morcone: “Incentivi ai Comuni che accolgono, assurdo che sia un problema”

Arriva la riforma dello Sprar. “C’è una guerra con qualche sindaco. Resistono per motivi politici e per non perdere consenso elettorale”

 

Roma – 19 luglio 2016 – Se tutti facessero la loro parte, l’accoglienza dei profughi non sarebbe un problema. Il principio deve essere distribuirli equamente e capillarmente sul territorio.

Non si stanca di ripeterlo il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno. E lo ha ripetuto anche stamattina davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione. 

“È un paradosso che un Paese con 60 milioni di abitanti debba vivere una difficoltà così pesante per 135 mila persone” ha detto Morcone. Eppure, c’è “una forte sofferenza in Veneto, in Lombardia e in Campania” ed  è difficile evitare concentrazioni di molti profughi in alcuni Comuni se ce ne sono tanti altri che non collaborano. 

“C’è una guerra nel tentativo di convincere qualche sindaco. Ne fanno una questione di contrasto alla politiche del governo, oppure, se il sindaco vicino non accoglie, si mettono di traverso pure loro per non perdere consenso elettorale Questo accade in tutto il Paese, ma in particolare al nord”.

Il grosso dell’accoglienza è ancora affidato ai centri di accoglienza straordinaria, ma il governo punta a potenziare la rete Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati gestito dagli enti locali, che non offre solo vitto e alloggio, ma percorsi di integrazione. Oggi ne fanno parte 800 comuni, su 8 mila. 

È per questo che si passerà dagli attuali bandi a un sistema al quale ci si potrà accreditare in qualunque momento, e senza dover rinnovare di volta in volta i progetti. Il decreto che riforma lo Sprar in questo senso dovrebbe avere nei prossimi giorni il via libera della conferenza unificata. 

Inoltre, ma per questo bisognerà attendere probabilmente la prossima legge di stabilità, si creeranno degli incentivi. Tra questi, ha confermato Morcone, c’è la possibilità di dare ai Comuni 50 centesimi al giorno per ogni profugo accolto (“24 milioni l’anno” ha sottolineato Morcone) o lo sblocco delle assunzioni per quelli che hanno bilanci che se lo possono permettere. 

La regola, comunque, deve essere quella dell’equa distribuzione. Il piano concordato tra Viminale e Anci prevede 2 o 3 profughi ogni mille abitanti, con correttivi per le grandi città. Considerata la popolazione italiana, vorrebbe dire poter accogliere 120 mila o 180 mila persone.

“Questi sono macroparametri – ha sottolineato il prefetto – che vanno ridisegnati sulle realtà territoriali ma danno senso concreto di quanto alla discussione molto vivace tra le forze politiche corrisponde una realtà molto diversa da come viene rappresentata”

“Ci sono due strade” ha aggiunto Morcone. “Quella che stiamo percorrendo nel rispetto dei ruoli istituzionali di ciascuno e degli eletti è di costruire incentivi a favore dei sindaci che accolgono”, quindi un meccanismo basato sulla volontarietà. “L’altra è introdurre l’obbligatorietà dell’accoglienza, ma su questo deve ragionare il Parlamento, non io o il ministro Alfano”. 

 

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