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Rapporto Amnesty: “Italia ha messo a rischio vita degli immigrati”

"Gravi effetti delle politiche cosidette di sicurezza attuate in questi anni" Roma, 28 maggio 2010 – Gli sgomberi di campi rom, i respingimenti e il rimpatrio forzato di immigrati, l’introduzione del reato di ‘immigrazione clandestina’ e l’assenza del reato di tortura nel Codice Penale Italiano. Sono alcuni dei temi che riguardano l’Italia e che sono stati affrontati dalla sezione italiana di Amnesty International, durante la presentazione del rapporto annuale sulla situazione dei diritti umani nel mondo svoltasi oggi a Roma.

"Stiamo chiedendo al governo italiano di introdurre nel suo Codice penale il reato di tortura – ha affermato all’ADNKRONOS Christine Weise, presidente della sezione italiana di Amnesty International – essendo assente tale reato nel cordice penale, quando ci sono fatti di maltrattamenti, i magistrati non possono indagare o accusare qualcuno di torura ma sono costretti a ripegare su altre accuse, su reati che possono essere prescritti e questo significa che spesso tali reati restano impuniti".

"Il reato di tortura – ha sottolineato la Weise – e’ gravissimo e non deve essere soggetto a prescrizione, ma purtroppo in Italia non abbiamo ancora tale reato nel codice penale tanto che le condanne per gli atti al G8 di Genova non sono state per tortura. E ancora, il fatto che il processo sia ancora in fase di appello e che nessuno sia in carcere evidenzia la necessita’ di fare luce, chiarezza sull’accaduto e chiediamo al governo maggiore responsabilita’".

"Fare indagini su violenze commesse dalle forze dell’ordine e’ l’obbligo del governo e della magistratura – ha aggiunto la Weise – e dovrebbero essere gli stessi organi dello Stato a dover pretendere che venga fatta luce. E soprattutto e’ necessario un organismo indipendente che possa verificare atti di tortura e maltrattamenti".

Preoccuazione e’ stata poi espressa per i trattamenti subiti dalla comunita’ rom e dagli immigrati in Italia e’ stata espressa da Giusy D’Alconzo, Coordinatrice attivita’ di ricerca di Amnesty in Italia. "Amnesty e’ molto preoccupata per gli sgomberi che colpiscono le comunita’ rom, a Roma, Milano e in altre citta’ italiane – ha detto la D’Alconzo – perche’ aggravano una situazione gia’ precaria di queste persone che vengono lasciate in ‘orbita’ da un luogo all’altro del paese".

In merito all’immigrazione clandestina la D’Alconzo ha evidenziato i gravi "effetti delle politiche cosidette di sicurezza che sono state attuate in questi anni a partire dal 2007, i primi atti per la sicurezza lanciati dal governo Prodi e proseguiti dal governo Berlusconi. Ci preoccupano – ha continuato – perche’ contengono norme discriminatorie come l’aggravante di immigrazione irregolare che tiene lontano le persone dalle istituzioni".

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