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Ricongiungimenti familiari. “A Milano un anno e mezzo d’attesa”

La denuncia dei sindacati: “Intanto c’è chi perde i requisiti per far arrivare i parenti in Italia. Il governo intervenga”

Roma – 6 giugno 2012 – “Il tempo medio di attesa per una pratica di ricongiungimento famigliare destinata allo Sportello unico della Prefettura di Milano (Monza non ha la dotazione di personale e dunque è sprovvisto del servizio) sfiora ormai i 18 mesi a fronte di una legge che prevede l’evasione della pratica in 180 giorni. Una vera e propria anomalia nel panorama nazionale”.

Lo denunciano Cigl, Cisl e Uil che hanno scritto una lettera ai ministri dell’Interno e dell’integrazione chiedendo un intervento tempestivo per risolvere il problema.

“La situazione – sottolineano i sindacati – rappresenta un gravissimo pregiudizio del diritto all’unità familiare, rasentando – in particolare nei casi riguardanti i minori – la violazione di normative nazionali e internazionali. Durante l’anno e mezzo di attesa, inoltre, “può accadere di perdere i requisiti fondamentali di reddito o di alloggio richiesti, che invece sussistevano al momento della presentazione dell’istanza”.

In attesa di risposte dal livello nazionale, Cgil, Cisl e Uil di Milano hanno chiesto anche un incontro congiunto alla Prefettura e al Comune di Milano, per sollecitare l’adozione di misure urgenti anche a livello territoriale. “In passato  – ricordano –  grazie ad un protocollo siglato tra Comune, Prefettura, parti sociali e alcune associazioni del Terzo Settore si era riusciti a “smaltire” completamente tutte le pratiche arretrate”.

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