in

Rifugiati. “Liberi di vivere in tutta l’Ue, il sistema di Dublino è inumano e non funziona”

Il Cir chiede all'Europa di rivedere le regole su chi chiede protezione. "ll principio di solidarietà non rimanga scritto solo nei Trattati"

27 febbraio 2015 – Cosa succederebbe se tutti i 170 mila abitanti di una città grande come Reggio Emilia, uomini, donne e bambini, abbandonassero le loro case e si trasferissero tutti insieme in un altro Paese dell'Ue? Una paradosso, che però forse può dare un'immagine di quello che è successo lo scorso anno in Italia, quando 170 mila persone hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere le nostre coste.

Li abbiamo salvati in mare, come impongono l'umanità e le norme internazionali, e poi abbiamo dovuto dividerli tra migranti irregolari e profughi in fuga da guerre e persecuzioni che hanno bisogno di protezione. I primi andavano rimpatriati, gli altri hanno chiesto asilo, per trasformarsi poi in rifugiati se la loro domanda è stata accolta.

Nel 2014, in Italia sono state presentate 64 mila domande d'asilo e il 60% delle persone ha ricevuto una forma di protezione. L'anno prevedente, il 70% dei richiedenti asilo nell'Ue si è concentrata in appena cinque Stati: Germania, Svezia, Italia, Francia e Regno Unito. E nei primi nei primi 9 mesi del 2014 questa tendenza continua: 4 paesi hanno ricevuto il 60% delle domande di asilo presentate in tutta Europa – Germania 100.572 (28,1%) , Italia 42.375 (11,8%), Svezia55.615 (15,5%), Svizzera 16.800 (4,7%).

Come si conciliano questi numeri con il principio di solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione in materia di controllo delle frontiere, asilo e immigrazione? E con il “Sistema di Dublino”, che obbliga lo Stato Ue di primo ingresso a farsi carico di un richiedente asilo e a “riprendersi” quelli che intanto si sono spostati in altri Stati dell'Ue? E con il fatto che chi ha ottenuto lo status di rifugiato o un'altra forma di protezione da uno Stato Ue non può spostarsi a vivere e lavorare in un altro Stato Ue?

Sono interrogativi sollevati dal Consiglio Italiano per i Rifugiati, che in occasione del suo venticinquennale ha organizzato ieri a Roma una tavola rotonda sul Sistema di Dublino e il Principio di Solidarietà intra-UE. Solidarietà che, come dimostrano i dati, esiste solo nei trattati europei.

Il Sistema Dublino, oltre ad essere inumano, è anche inefficace. Bisogna superarlo” denuncia il Cir. Nel 2013 a fronte di 435.000 domande d’asilo è stato richiesto il trasferimento di 16.014 persone ovvero il 3.7% dei richiedenti asilo in tutta Europa (dati Eurostat). Questo vuol dire che mentre il Regolamento impedisce al 100% di tutti i richiedenti asilo e rifugiati di scegliere il Paese in cui vivere, limitando fortemente la loro libertà personale e conseguentemente tutti i loro diritti, si applica nella pratica al solo 3.7%.

Inoltre se guardiamo ai saldi di alcuni Paesi ci accorgiamo ad esempio che verso la Francia viene chiesto il trasferimento di 834 persone; ma lo stesso Paese richiede il trasferimento verso altri Paesi di 645 persone, con un saldo di meno di 200 persone. In Gran Bretagna questo saldo è inferiore a 500 persone. “Ci sembrano cifre francamente ridicole” sottolinea l'organizzazione umanitaria. Tra l'altro, confermano quanto l'Italia sia “vittima” di questo sistema: nel 2013, abbiamo rinviato in altri Paesi Ue appena 5 (cinque) richiedenti asilo, perchè non erano di nostra competenza. E però gli altri Paesi Ue ce ne hanno inviati 3.460 (tremilaquattrocentosessanta), dicendoci: “Sono affari vostri”.

“L’Italia insieme con gli altri Stati del Sud Europa è sicuramente tra i Paesi maggiormente interessati a promuovere a livello europeo un profondo ripensamento che esca dalla logica perversa per cui il Paese che salva una vita in mare, dovrà poi essere il Paese che dovrà dare accoglienza a quella persona” dice il presidente del CIR Roberto Zaccaria. “Vogliamo che il principio di solidarietà che deve regolare le normative comunitarie in materia di migrazione e asilo venga tradotto in Politiche e in leggi”.

“Siamo parte di un’Europa che fa circolare liberamente le merci senza pagare dazi, ma che continua a legare a un paese le persone che hanno bisogno di protezione, senza prendere in minima considerazione la loro volontà e i loro legami” sottolinea il diretto del CIR Christopher Hein. “Vogliamo che finalmente sia riconosciuto da tutti gli Stati europei il valore della protezione internazionale rilasciata da ogni Paese membro. Un rifugiato riconosciuto dall’Italia deve essere un rifugiato anche per la Germania: deve avere diritto come ogni cittadino europeo di muoversi liberamente”.

Scarica
La nota statistica del CIR sugli arrivi in Italia e in Europa e sui trasferimenti con il sistema di Dublino
 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Stoltenberg (Nato): “No a pregiudizi verso gli immigrati”

Ue e immigrazione. Sarà Cécile Kyenge a definire una strategia comune per il Mediterraneo