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Rom. La commissione diritti umani: “Chiudere i campi, garantire alloggi stabili”

Risoluzione approvata in Senato.  “Il governo attui la strategia nazionale d'inclusione”

Roma – 12 marzo 2015 – Il governo deve migliorare le condizioni di vita di rom, sinti e camminanti.

È l’impegno  previsto in una risoluzione  approvata due giorni fa dalla commissione diritti umani del Senato presieduta da Luigi Manconi. Il testo indica  diverse azioni, come rendere efficace la strategia nazionale di inclusione, migliorare l’integrazione puntando su scuola e lavoro, approvare una legge che tuteli queste minoranze e “superare definitivamente i campi”, a favore di sistemazioni alloggiative stabili.

Qui si seguito il testo integrale:

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE SULL'AFFARE ASSEGNATO N. 456
(Doc. XXIV-ter, n. 9)
        La Commissione,
       premesso che:
       lo scorso 4 novembre 2014 l'Associazione 21 luglio, che si occupa a livello nazionale della promozione dei diritti dei rom, sinti e caminanti in Italia, ha reso noto che la Direzione generale giustizia della Commissione Europea ha inviato una lettera al Governo italiano per la richiesta di informazioni aggiuntive riguardo le questioni di alloggio dei rom in Italia ai fini della verifica del rispetto della direttiva 2000/43/CE che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica;
        la missiva della Commissione, anticamera della possibile apertura di una procedura d'infrazione, si concentra sulla condizione abitativa dei rom nel nostro Paese richiedendo alle autorità italiane informazioni aggiuntive, in particolare sul campo de "La Barbuta" ai confini tra il Comune di Roma e di Ciampino;
        il campo è destinato ai soli rom, situato all'estrema periferia romana, isolato dal centro abitato, dotato di recinti e sistemi di sorveglianza; come dichiarato dal Commissario per i diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa Nils Muižnieks nel suo rapporto del 18 settembre 2012 a seguito della sua visita nei campi di via Salviati e de "La Barbuta", "dispositivi di 'alloggio' di questo tipo risultano limitare gravemente i diritti fondamentali degli interessati, isolandoli completamente dal mondo circostante e privandoli di adeguate possibilità di occupazione e istruzione";
        la situazione al limite della vivibilità del campo de "La Barbuta" è comune ai tanti insediamenti destinati alle comunità rom della Capitale e di tante altre città italiane;
        una delegazione della Commissione diritti umani del Senato della Repubblica, nel corso di una visita svolta il 10 novembre 2014, ha visitato la struttura denominata "Best House Rom", che accoglie circa 300 persone, di cui la metà trasferite dal villaggio della solidarietà di via della Cesarina a Roma; all'interno della struttura, gestita dalla Cooperativa Inopera, gli spazi destinati agli ospiti sono inadatti e lontani dall'assicurare condizioni di vita accettabili: ogni nucleo familiare, composto in media da cinque persone, dispone di fatto di una sola stanza di circa 12 mq che svolge funzioni di zona giorno e zona notte, priva di fonte di luce e aria naturale. Ogni ospite, pertanto, ha a disposizione circa 2,5 mq contro i 12 mq indicati dalla legge Regione Lazio n. 41/2003;
       le stanze, oltre a non avere una metratura sufficiente, non sono dotate di finestre da cui possano filtrare la luce naturale e l’aria, e ciò espone a grave rischio lo stato di salute psico-fisico degli ospiti; non ci sono servizi igienici in numero sufficiente ed è carente, in termini di quantità e di qualità, anche il servizio di catering; la struttura costa mensilmente 600 euro per ogni ospite;
        recenti notizie di cronaca hanno messo in luce, nell'ambito dell'inchiesta denominata "mondo di mezzo", coordinata dalla Procura di Roma, come vi fosse un ramificato sistema corruttivo finalizzato all'assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici da parte del Comune di Roma con interessi attivi anche nella gestione dei "campi nomadi" della Capitale, che ha portato negli ultimi anni da un lato a un peggioramento delle condizioni di vita delle comunità rom e a un vertiginoso aumento della spesa pubblica per la gestione dei campi: nel solo 2013 e nella sola Capitale sono stati impegnati oltre sedici milioni di euro di cui circa il 60 per cento rappresentato dai soli costi di gestione;
            considerato, inoltre, che:
       dal Rapporto conclusivo dell’indagine sulla condizione di rom, sinti e camminanti in Italia svolta dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani dal Senato della Repubblica (pubblicato il 9 febbraio 2011) emerge come vi sia una sostanziale assenza di "dati certi sul numero della popolazione rom presente in Italia e in Europa, sul livello di istruzione e di disoccupazione, sull’aspettativa di vita e sulla mortalità infantile, sulla situazione abitativa e sul tasso di disoccupazione, sulla percentuale di stranieri e apolidi e sull’accesso ai servizi sociali, sanitari e di welfare", sul reddito medio o sul grado di integrazione;
       dagli ultimi dati del Consiglio d'Europa ne viene stimata sul territorio nazionale una presenza di circa 180mila unità;
       questa incertezza dei dati fa sì che, nonostante molti rom e sinti vivano in Italia da decenni, essi non abbiano la cittadinanza col risultato che migliaia di bambini rom nati in Italia risultano apolidi; gli stessi bambini in molti casi non vanno a scuola e non hanno accesso all'educazione e a tutte le tutele che la Costituzione garantisce;
       il 5 aprile 2011, con la Comunicazione 173, la Commissione Europea ha presentato il documento su un "Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei rom fino al 2020" con il quale gli Stati membri sono stati invitati a presentare le rispettive strategie nazionali di inclusione rivolte alle comunità rom; la Commissione ha ritenuto infatti che l’adozione di strategie nazionali di inclusione possa contribuire in maniera efficace a cambiare le condizioni di vita delle comunità rom, in particolare agendo sui settori  dell’istruzione, dell’impiego, dell’assistenza sanitaria e dell’alloggio;
       il 28 febbraio 2012 il Governo italiano ha presentato la Strategia nazionale d’inclusione di rom, sinti e caminanti al fine di promuoverne la parità di trattamento e l’inclusione economica e sociale e assicurarne un miglioramento duraturo e sostenibile delle condizioni di vita, renderne effettiva e permanente la responsabilizzazione e la partecipazione alla vita politica e sociale del Paese, nonché il godimento dei diritti garantiti dalla Costituzione e dei Trattati internazionali ratificati dall’Italia;
       nella Strategia si indicavano tra i punti chiavi l'abbandono della politica dei "campi nomadi", il superamento della politica emergenziale e assistenzialista e l'approvazione di una legge per il loro riconoscimento come minoranza;
       nella valutazione delle strategie nazionali di inclusione dei rom, pubblicata il 26 giugno 2013, la Commissione Europea ha evidenziato la presenza di propositi positivi, ma ha sottolineato in tutti i settori di intervento una carenza di obiettivi quantificabili e la mancata identificazione delle risorse necessarie per l’avanzamento delle attività, raccomandando la necessità di realizzare un robusto meccanismo di monitoraggio e valutazione;
       impegna il Governo:
       ad adottare misure urgenti ed efficaci nell’ambito delle politiche generali di inclusione sociale per il miglioramento delle condizioni di vita di rom, sinti e caminanti, tenendo fede agli obblighi e agli impegni internazionali assunti dall'Italia;
        a garantire alla Strategia nazionale d'inclusione di rom, sinti e caminanti risorse finanziarie e strumenti adeguati  per la sua effettiva attuazione;
       ad avviare un capillare ed efficace programma di integrazione delle comunità rom, sinti e caminanti italiane a partire dalla scolarizzazione dei minori e dalla programmazione di forme di inserimento al lavoro attraverso percorsi formativi e borse lavoro;
       a superare definitivamente i campi come soluzione abitativa per le famiglie rom, sinti e caminanti nel nostro Paese e a garantire, di concerto con gli enti locali, la progressiva dismissione dei campi autorizzati, prevedendo soluzioni alloggiative stabili come richiesto a livello europeo;
        a sostenere la discussione e l'approvazione in Parlamento, in tempi brevi, delle proposte di legge per il riconoscimento, la tutela e la promozione sociale delle minoranze rom, sinte e caminanti nel nostro Paese, anche attraverso la ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.

 

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