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Servizio Civile Nazionale. Pronti a partire i giovani volontari “stranieri”

Finora selezionate una quarantina di seconde generazioni. Naoual Bouhazza, che aveva vinto il ricorso, non è stata selezionata: "Felice per gli altri". Asgi: “Il muro è caduto, speriamo per sempre”

Roma – 30 gennaio 2014 – Partono in questi giorni i primi progetti del Servizio Civile Nazionale e preparano le valige anche i nuovi italiani. Ragazze e ragazzi stranieri per legge, ma cresciuti in Italia, che potranno dedicare un anno della loro vita agli altri dopo che il tribunale di Milano ha bocciato come discriminatorio il bando aperto solo ai cittadini italiani.

L’Ufficio Nazionale del Servizio Civile li sta contando, man mano che gli enti trasmettono le loro pratiche. L’ultimo report, provvisorio, è di venerdì scorso: 378 aspiranti volontari stranieri, 37 dei quali hanno superato le selezioni. Aiuteranno anziani e malati, tuteleranno l’ambiente, consentiranno di tenere aperti i musei… chissà se troveranno il tempo di ringraziare Naoual Bouhazza, Maryana Todyrenchuk, Nadeesha Dilshani Uyangoda Vithanage e Suranga Deshapriya Katungampala.

Naoual non ce l’ha fatta
Naoual, Maryana, Nadeesha e Suranga, unico uomo, sono i magnifici quattro che hanno detto “no” al bando “solo per italiani”, hanno presentato ricorso insieme all’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione e ad Avvocati per Niente Onlus, e alla fine hanno vinto. Pionieri di una conquista che apre nuove strade alle seconde generazioni, hanno combattuto una battaglia della quale non si spartiranno necessariamente il bottino.  

“Ho presentato la domanda, ma non sono stata selezionata” racconta infatti a Stranieriinitalia.it Naoual Bouhazza, 25 anni. ”C’era solo un posto disponibile per venti aspiranti volontari, sapevo che sarebbe stato difficile” Lei è cresciuta a Concorezzo, paese da quindicimila anime a una ventina di chilometri da Milano. C’è arrivata dal Marocco, insieme alla sua famiglia, quando aveva undici anni.

In tempi di disoccupazione giovanile da record, Naoual si arrangia facendo la baby sitter, ma continua a dedicarsi gratuitamente agli altri con due associazioni di volontariato: doposcuola per i bambini il sabato, corsi di italiano per donne straniere altri due giorni della settimana. Aveva scelto un progetto di servizio civile in comune vicino, Corugate, per accompagnare bambini a scuola e fare compagnia agli anziani.

“Non fa niente se non ce l’ho fatta, se ci sarà di nuovo un progetto interessante ci riproverò l’anno prossimo. Comunque sono contenta di aver vinto il ricorso, perché permetterà ad altri di partire. Abbiamo combattuto un’ingiustizia: se uno vuole fare volontariato, dedicare il proprio tempo agli altri non puoi escluderlo solo perché secondo la legge è straniero. Ma poi, straniero? Io ho passato più tempo in Italia che in Marocco”.

Asgi: "Caduto un muro"
Quasi quattrocento domande. Tante o poche? “Sono numeri molti significativi se pensiamo che il bando è rimasto aperto per sole due settimane e che non c’è stata nessuna attività di informazione da parte dell’Ufficio nazionale: significa che c’era una grande attesa presso i giovani stranieri e un gran desiderio di partecipare" dice l’avvocato Alberto Guariso dell’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione. È lui l’autore, insieme al collega Livio Neri, del ricorso vittorioso.

“Il muro che divideva cittadini e non cittadini in questa esperienza di socialità e solidarietà è dunque caduto, speriamo definitivamente" continua l’avvocato. "Ora occorre che il Ministero sospenda il contenzioso abbandonando il ricorso contro la decisione di Milano che comunque verrebbe deciso a servizio civile finito".

L'ASGI auspica che si mantenga l’apertura agli stranieri, ampliandola anche ai non lungo soggiornanti, anche per i prossimi bandi . "Sarebbe sconcertante che un problema cosi importante venisse risolto in modo altalenante da un anno all’altro" conclude Guariso.

Elvio Pasca
 

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