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Strage del 18 aprile, avviato il recupero del relitto con i corpi

Morirono in 700, ora l’Italia vuole dare alle vittime una degna sepoltura. Marina militare al lavoro per portare a galla il peschereccio, che verrà trainato in porto ad Augusta

 

Catania – 28 aprile 2016 – Tutto è pronto per riportare a galla il peschereccio carico di migranti affondato il 18 aprile 2015 tra la Libia e l’Italia. Quel naufragio costò la vita a oltre 700 persone e l’Italia si è impegnata a recuperare dal fondo del mare, identificare e seppellire i corpi ancora imprigionati nel relitto. La Marina militare è già sul posto, a 100 km dalle coste libiche. C’è nave Anteo, che ospita la base di comando, nave San Giorgio, per la sicurezza, nave Alghero, per il recupero di eventuali salme fuori dal relitto, e nave Tremiti, per il trasporto container.

Il peschereccio è a 370 metri di profondità. Verrà fatto emergere,  “ibernato” con dell’azoto luquido e caricato su una chiatta che lo strascinerà fino al pontile Nato di Augusta, in provincia di Siracusa. Lì è stata allestita una tensostruttura refrigerata dove si procederà all’identificazione delle salme, quindi il relitto verrà bonificato e rottamato. 

Secondo il contrammiraglio Nicola De Felice, che coordina l’operazione, nel relittto ci “sarebbero almeno 4-500 corpi”. “Nel porto – ha spiegato all’Ansa – abbiamo un peschereccio ‘gemello’ e abbiamo potuto fare una comparazione”. I corpi saranno esaminati da esperti del Labanof, attiva nel dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche di Medina legale dell’università di Milano. “Tutta l’operazione – sottolinea De Felice – si svolgerà in massima sicurezza, abbiamo fatto anche un Documento unico per la valutazione dei rischi, e non ci saranno problemi sanitari per la popolazione legati alla presenza dei corpi”. 

Al lavoro, coordinato dalla marina militare su incarico del ministero della Difesa, c’è una ‘cittadella’, con 150 persone ogni giorno operative nel porto di Augusta. “E’ un’attività importante – osserva il contrammiraglio – resa possibile grazie alle grandi sinergie, oltre che alla marina militare, tra governo, dipartimenti, istituzioni, associazioni, forze dell’ordine, magistratura, università, Enti locali, Asp e altre strutture che lavorano insieme facendo veramente squadra. Un grande lavoro – rileva il comandante di Marisicilia – stanno svolgendo i vigili del fuoco in un sistema multidimensionale che sta funzionando e supera le difficoltà con la collaborazione, facendo emergere l’animo vero degli italiani”.

 

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