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Tassa sul permesso di soggiorno, nuova tappa in Consiglio di Stato

Si decide sulla sospensione della sentenza del Tar, che aveva cancellato il contributo da 80 a 200 euro su rilasci e rinnovi. Anche l’Asgi accanto a Inca e Cgil 

  +++AGGIORNAMENTO+++

Nuovo stop alla tassa sul permesso di soggiorno, respinto il ricorso del governo

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Roma – 12 ottobre 2016 – Ricomincia il ballo della tassa sul permesso di soggiorno

Il contributo da 80 a 200 euro era stato cancellato dal Tar del Lazio lo scorso maggio anche sulla scia di una sentenza della Corte di Giustizia europea che a settembre 2015 lo aveva considerato sproporzionato e d’ostacolo all’integrazione in violazione della normativa europea. Gli immigrati che chiedevano primi rilasci e rinnovi dei loro documenti non lo pagavano più

Lo scorso settembre, però, il governo ha  presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, chiedendo anche che ne venisse sospesa in via cautelare l’esecutività nell’attesa della decisione nel merito. Questa richiesta è stata accolta d’urgenza e da metà settembre gli immigrati hanno ricominciato a pagare, ma il Consiglio di Stato ha deciso di sentire le parti il 13 ottobre per confermare o no quella sospensione. 

Una nuova tappa, insomma, comunque molto importante, nell’attesa che si arrivi al traguardo della decisione nel merito, definitiva. 

Domani in udienza a difendere le ragioni dei cittadini stranieri contro la tassa sui permessi di soggiorno ci saranno ovviamente il patronato Inca e il sindacato Cgil, che hanno presentato il ricorso accolto dal Tar lo scorso maggio. Insieme a loro ha deciso però di intervenire anche l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’immigrazione. 

L’Asgi, del resto, ha già incassato una vittoria importante su questo fronte. Lo scorso luglio il tribunale di Milano  ha accolto un suo ricorso antidiscriminazione (ce ne sono altri pendenti) contro quella stessa tassa e ha ordinato che ai sei immigrati assistiti dall’associazione nel corso dell’azione legale venissero restituiti i soldi versati ingiustamente negli scorsi anni.

“È un precedente importante, che faremo valere davanti al Consiglio di Stato” dice a Stranieriinitalia.it l’avvocato Alberto Guariso, che però sottolinea anche come il destino del contributo sui rilasci e i rinnovi dei permessi sia comunque già scritto: “La sentenza della Corte di Giustizia è chiarissima: è sproporzionato e in base alla normativa europea non può restare così com’è, altrimenti contro l’Italia verrà aperta una procedura d’infrazione”. 

“Se il Consiglio di Stato, come auspichiamo, confermerà la sentenza del Tar, semplificherà il lavoro al governo. Cancellando definitivamente il decreto che ha introdotto il contributo, si creerà un vuoto legislativo e si dovrà subito decidere quanto far pagare agli immigrati. Sicuramente dovrà essere molto meno di adesso e per tutti i tipi di permessi, come hanno già detto il Tar del Lazio e il tribunale di Milano. A meno che il governo non voglia combinare un altro pasticcio…”. 

EP

 

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