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Tassa sul permesso, il governo vuole abbassarla solo per la carta di soggiorno

Sconto da 200 a 116 euro, come per i passaporti, e rimborso forfetario a chi ha già pagato. Così Roma vuole evitare la procedura di infrazione avviata da Bruxelles

 +++AGGIORNAMENTO+++

Nuovo stop alla tassa sul permesso di soggiorno, respinto il ricorso del governo

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Roma –  21 ottobre 2016  – Se ne parla poco, ma a mettere in discussione il contributo sul rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno non è solo il ricorso presentato da Inca e Cgil, sul quale a breve si esprimerà il Consiglio di Stato.  La Commissione Europea ha avviato infatti da tempo una procedura di infrazione contro l’Italia, perché ritiene che far pagare duecento euro la carta di soggiorno (permesso Ue per lungosoggiornanti) è in contrasto con le norme europee  (direttiva 2003/109/CE). 

Le obiezioni di Bruxelles sono illustrate in una relazione trasmessa lo scorso aprile alla Camera dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. La Commissione ritiene sproporzionata quella cifra, e fa notare che il “diritto di soggiorno” degli stranieri lungosoggiornanti, “non può essere subordinato ad oneri che eccedano troppo quelli che i cittadini UE sopportano per il rilascio di una “carta di identità“, che costa solo 5,42 euro.  

La procedura di infrazione è ancora alla sua fase iniziale: a febbraio 2015 la Commissione ha messo in mora l’Italia e da allora Roma e Bruxelles dialogano su come uscirne senza arrivare davanti alla Corte di Giustizia.  “I ministeri dell’Economia e dell’Interno – si legge ancora nella relazione –  stanno lavorando ad una modifica del decreto ministeriale del 6 ottobre 2011”, che ha introdotto il contributo.  Quale modifica? Qui si entra nel campo delle indiscrezioni. 

Visto che le obiezioni della Commissione Europea riguardano solo i lungosoggiornanti, il governo è pronto a ritoccare solo il contributo sulla carta di soggiorno. Vorrebbe abbassarlo da 200 a 116 euro, equiparandolo quindi non al costo delle carta di identità, ma a quello dei passaporti.  Inoltre, starebbe pensando a un rimborso forfetario per chi ha già pagato.

Chi ha un altro tipo di permesso, cioè circa la metà degli immigrati, sarebbe escluso da questo intervento. Continuerebbe a pagare 80 o 100 euro a seconda della durata del suo documento e non avrebbe diritto ad alcun rimborso. 

La procedura di infrazione sulla tassa sui permessi è uno dei punti all’ordine del giorno di una riunione che si terrà la prossima settimana a Palazzo Chigi presso il dipartimento delle Politiche Comunitarie, alla quale parteciperà una task force di esperti della direzione Immigrazione e Affari Interni della Commissione Europea.  La trattativa tra Roma e Bruxelles, insomma, va avanti, ma intanto si attende la sentenza del Consiglio di Stato, che potrebbe rimescolare di molto le carte. 

Elvio Pasca 

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