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Ue. Accoglienza migranti, l’Italia rischia una procedura di infrazione

Roma, 8 novembre 2018 – Il decreto legge sicurezza, voluto fortemente da Matteo Salvini ha come obiettivo primario quello di ottenere il risparmio di fondi pubblici riducendo i finanziamenti alle strutture di accoglienza per richiedenti asilo.
Tuttavia questo potrebbe comportare il rischio dell’avvio di una procedura di infrazione contro l’Italia, anche perché già da anni gli uffici della Commissione europea avevano richiesto un potenziamento e non già un indebolimento dei servizi di accoglienza.
Come sottolinea oggi Paolo Bonetti, esperto giuridico de Il Sole 24 ore – per effetto delle modifiche introdotte dal decreto legge, “il richiedente asilo non può più iscriversi al servizio sanitario nazionale e potrà al massimo fruire di cure urgenti o essenziali ospedaliere o ambulatoriali. La grave precarizzazione della condizione del richiedente asilo e il depotenziamento del sistema di accoglienza implementato dagli enti locali insieme con gli enti del terzo settore, che invece finora aveva dato tanta prova positiva, lasceranno i richiedenti asilo a soggiornare in strutture statali o private che sono inadeguate a garantire orientamento legale, una vita dignitosa e l’inclusione sociale dei richiedenti proprio nella delicatissima fase del primo arrivo e dell’esame delle domande di asilo”.
Inoltre, il depotenziamento dello SPRAR – spiegano sul giornale di Confindustria – incide pure sull’occupazione dei tanti qualificati operatori che lavorano in tali strutture e potrebbero perciò mettere a rischio anche la sicurezza di 15.000 posti di lavoro, in gran parte di italiani.
L’allarme lanciato da Il Sole 24 Ore è tangibile: “Queste ambiguità e l’aumento della situazione di inattività dei richiedenti asilo in attesa della conclusione delle procedure amministrative o giudiziarie non favoriranno certo alcuna inclusione sociale successiva all’eventuale riconoscimento della protezione internazionale o di altre forme di protezione, ma anzi potrebbe aumentarne la frustrazione e la marginalizzazione. È evidente che ogni persona che si senta insicura, marginalizzata e impedita nell’inclusione sociale può diventare fonte di insicurezza per tutti” – scrive il principale quotidiano economico italiano.
Così, ancora una volta – conclude Paolo Bonetti – “il decreto legge che mira ad aumentare la sicurezza finisce per creare situazioni di ancora maggiore insicurezza per tutti, italiani e stranieri”.

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