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Un meccanismo d’emergenza per redistribuire i profughi nell’Ue

Scatterebbe solo quanto un Paese è sotto pressione, i Paesi che non partecipano dovrebbero pagare 250 mila euro per ogni richiedente asilo rifiutato. Così la Commissione Europea vuole cambiare  il Regolamento di Dublino

 

 

Bruxelles – 4 maggio 2016 – Nessuna rivoluzione. La Commissione Europea ha scelto la via più breve per intervenire sul regolamento di Dublino, che oggi mette sotto pressione i Paesi di primo ingresso, come la Grecia e l’Italia, obbligandoli quasi sempre a farsi carico dei richiedenti asilo. 

Due mesi fa Bruxelles aveva delineato due opzioni: un meccanismo di emergenza da far scattare in casi eccezionali oppure un sistema tutto nuovo per distribuire sempre i richiedenti asilo tra gli Stati membri, secondo quote definite in base a grandezza, ricchezza e capacità di assorbimento di ognuno di essi. A giudicare dalla proposta presentata stamattina da Juncker e i suoi la strada scelta è la prima. 

La Commissione propone di istituire un “meccanismo di assegnazione correttivo” o “meccanismo di equità”  che entrerebbe in funzione ogni volta che uno Stato membro si trova ad accogliere un numero di richiedenti asilo che superi il 150% di una quota prefissata. Questa varierebbe da Paese a Paese in base alla sua ricchezza e alle sue dimensioni. 

Indipendentemente dalla nazionalità e dopo un esame dell’ammissibilità della domanda, i richiedenti asilo in più verrebbero trasferiti (tecnicamente “ricollocati”) in altri Stati Ue che non hanno ancora esaurito al loro quota.  Gli altri Stati Ue potrebbero anche decidere di non partecipare al ricollocamento, ma allora dovrebbero versare 250 mila euro (un “contributo di solidarietà) per ogni richiedente asilo rifiutato, che andrebbero all’altro Paese Ue che se ne farà carico.  

Nel determinare la quota di ciascun Paese si terrà conto anche dei reinsediamenti, cioè dei profughi  accolti  direttamente da Paesi terzi, come ad esempio i siriani che stanno arrivando in Italia con i corridoi umanitari attivati dalla Comunità di Sant’Egidio, Valdesi ed Evangelici.  Un modo, scrive la Commissione, per favorire l’istituzione di “percorsi sicuri e legali verso l’Europa”.

La Commissione promette infine “maggiori garanzie per i minori non accompagnati” e un “ampliamento equilibrato della definizione di familiari”, la cui presenza in un Paese Ue potrebbe farlo diventare competente nell’esame della domanda.  Sono però in arrivo anche “obblighi giuridici più chiari per i richiedenti asilo, compreso il dovere di rimanere nello Stato membro competente per la loro richiesta, limiti geografici alla fornitura di benefici materiali legati all’accoglienza e conseguenze proporzionate in caso di violazione delle norme”.

Ecco il testo della proposta presentata dalla Commissione Europea:

Proposal for a REGULATION OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL establishing the criteria and mechanisms for determining the Member State responsible for examining an application for international protection lodged in one of the Member States by a third-country national or a stateless person (recast)

EP

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