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Università. Preiscrizioni chiuse, a fine agosto i visti d’ingresso

I consolati gireranno le domande alle università, poi diranno chi può venire in Italia. Estate d’attesa per le aspiranti matricole. Chi c’è passato denuncia: “Tempi troppo stretti, poche informazioni e, una volta qui, siamo abbandonati”

 

Roma – 6 luglio 2011 – Si chiudono le preiscrizioni alle università italiane per gli studenti extracomunitari che vivono all’estero. Alcuni consolati non accettano più domande, altri continueranno a farlo solo per pochi giorni.

Tutte le nostre rappresentanze diplomatiche dovranno avere un quadro chiaro della situazione entro metà luglio, per girare le domande alle università. Alle aspiranti matricole non rimane che aspettare, solo ad agosto sapranno se potranno venire in Italia a cimentarsi con gli esami di ammissione, come quello di italiano o gli altri previsti per le facoltà a numero chiuso.

Il calendario preparato dal ministero dell’università, in accordo con Viminale e Farnesina, prevede che i visti di ingresso vengano rilasciati entro il 24 agosto. Questo, secondo chi ha fissato le scadenze, dovrebbe permettere a tutti gli studenti di essere in Italia entro il 1 settembre, giorno in cui è prevista la prova di italiano.

“I tempi sono troppo  stretti, praticamente ti danno il visto e il giorno dopo devi partire. Non c’è il tempo per organizzarsi e poi spesso si arriva tardi, quando l’esame c’è già stato o quando sono scaduti, ad esempio, i termini per chiedere borse di studio” dice Arta Nikaj, presidente dell’ASUF (Albanian Students of the University of Florence).

Nikaj è arrivata in Italia nel 2003, proprio seguendo la strada della preiscrizione. “Rispetto ad allora – racconta – la situazione è un po’ migliorata, ma c ‘è ancora una grave carenza di informazioni in tutta la procedura. Ci si affida al passaparola, sulla base delle poche notizie che escono dal consolato italiano. Spesso si portano dei documenti, ma si scopre che ne servono altri. È un continuo via vai”.

Una volta in Italia, la situazione non migliora. “Gli studenti stranieri sono abbandonati a se stessi, spaesati, non sanno a chi rivolgersi e come fare. Si appoggiano da amici e parenti e poi magari trovano una stanza in affitto. In genere riescono a entrare nella Casa dello studente solo dal secondo anno” continua la giovane albanese.

Chissà se è anche a causa di difficoltà come queste che l’Italia attira molti meno studenti stranieri rispetto agli altri paesi industrializzati. Sono appena il 3% degli iscritti, contro una media Ocse che si attesta intorno all’8,5%.

Elvio Pasca

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