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Formazione e inclusione: a Taranto 16 rifugiati diventano operai qualificati nel settore edile

Roma, 4 luglio 2025 – Un esempio virtuoso di integrazione socio-lavorativa arriva da Taranto, dove sedici cittadini stranieri, tra richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, hanno completato con successo un percorso formativo nel settore edile. Il progetto è stato promosso da Formedil CPT Taranto, in collaborazione con la Prefettura di Taranto, nell’ambito di un protocollo d’intesa che punta a coniugare formazione professionale e inclusione sociale.

Il programma, avviato circa un anno fa, ha coinvolto complessivamente 238 persone provenienti da 19 Paesi, tra cui Mali, Burkina Faso, Guinea, Camerun, Costa d’Avorio, Gambia, Bangladesh e Afghanistan, e ha offerto oltre 250 ore di formazione. Grazie a questo impegno, i primi 16 partecipanti hanno ottenuto la qualifica di operai edili specializzati, pronti a entrare nel mercato del lavoro.

Durante la cerimonia ufficiale di consegna degli attestati, svoltasi nella sede di Formedil nel quartiere Paolo VI, il prefetto Paola Dessì ha sottolineato il valore dell’iniziativa. Attivamente coinvolte anche le imprese locali del settore edilizio, che hanno accompagnato i migranti nei tirocini pratici in cantiere, rendendo il percorso formativo ancora più concreto e orientato all’occupazione.

“Il mondo dell’edilizia ha sempre più bisogno di figure qualificate – ha dichiarato il presidente di Formedil Paolo Campagna – e grazie al contributo della Prefettura, delle associazioni e di Ance Taranto, ora abbiamo nuovi lavoratori pronti. Sono ragazzi straordinari, venuti in Italia con una grande voglia di imparare”.

Parole di soddisfazione anche dal vicepresidente di Formedil Francesco Bardinella (Fillea Cgil Taranto): “È un grande esempio di come dignità, riscatto e vera accoglienza siano possibili se tutte le parti sociali mettono al centro il lavoro“.

Questo progetto rappresenta una risposta concreta alla duplice esigenza di manodopera qualificata e di autonomia per chi arriva nel nostro Paese in cerca di una nuova vita. Un modello da replicare per una società più inclusiva e solidale.

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