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Gay sposati? Per la Questura sono una famiglia. Sì alla carta di soggiorno

Nuovo caso di una coppia italoargentina a Parma. Rilasciato subito il documento al coniuge straniero. “Dobbiamo ringraziare la burocrazia italiana”

 

Parma – 8 settembre 2015 – Pablo Torlaschi, 32 anni, e Ruben Quiroga, 37,  si sono sposati il 4 settembre 2014 a Buenos Aires. Probabilmente lo avrebbero fatto a Parma, dove vivono, se l’Italia permettesse il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Ora però anche l’Italia, o almeno la carta di soggiorno rilasciata a  Ruben, riconosce che sono una famiglia. 

Il loro è un caso ormai non così raro (già una cinquantina in Itaia), ma importante. Anche perché non hanno avuto bisogno di battaglie legali per vedere riconosciuti i loro diritti. Pablo è italiano grazie a un nonno ligure, e Ruben  ha chiesto alla Questura di poter rimanere qui con lui, in quanto familiare straniero di cittadino italiano. Il permesso è arrivato in meno di due mesi dalla richiesta. 

Così i due hanno potuto festeggiare il loro primo anniversario con una conferenza stampa nel palazzo del Comune di Parma, la cui amministrazione, insieme alle associazioni lgbt,  li ha aiutati in questo percorso. “Siamo felici per l’esito della nostra vicenda – ha spiegato Pablo Torlaschi – Tutto è stato molto rapido e dobbiamo ringraziare la burocrazia italiana per avere accettato la nostra richiesta senza intoppi. Come viviamo in Italia? La gente quando diciamo che siamo sposati ormai vive la cosa senza problemi. Stiamo molto bene”. 

“Questa è una lezione di civiltà per tutte quelle persone che lottano per i loro diritti. I tempi sono maturi perché anche in Italia si riconosca l’esistenza di coppie dello stesso sesso. Serve superare quest’ultimo scoglio di resistenza al cambiamento. Non si può frenare una possibilità naturale per un retaggio del passato” ha detto il sindaco Federico Pizzarotti. 

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