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Immigrazione, Abdallah Khezraji: “L’economia veneta ne ha bisogno, anche se costa accogliere”

Roma, 11 novembre 2022 – “L’accoglienza in Italia è sempre stata garantita, grazie all’anima cristiana e anche alla Chiesa cattolica, che ha aperto le porte a tutti, a migranti di ogni etnìa e religione. La falla di cui siamo vittime è la poca continuità di un progetto politico a tema, che non riesce a rendere il Paese autorevole in Europa e nel mondo“, ha dichiarato Abdallah Khezraji durante un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. Marocchino di origine, trevisano acquisito, si è visto riconoscere la cittadinanza italiana nel 2012. Oggi è al suo secondo mandato da vicepresidente della Consulta regionale per l’Immigrazione, nonché volto rinomato della comunità marocchina veneta e punto di riferimento per la cooperativa sociale Hilal che ospita richiedenti asilo.

Immigrazione, Abdallah Khezraji: “All’economia serve”

“L’Italia sconta una posizione geografica che la rende terra di approdo a Nord da parte della popolazioni balcaniche e a Sud per i migranti africani e nordafricani. Un impegno che dovrebbe essere supportato da Ue e Onu e che invece vede l’Italia succube e non protagonista di una realtà resa ingovernabile pure dal disastro libico. Il 90% resta in Italia, trova lavoro e si comporta bene. Tanti ottengono la cittadinanza e buona parte è già andata in pensione. Coloro che sono arrivati da rifugiati fino al 2015 adesso giocano un ruolo importante nell’industria e nell’imprenditoria e quando ottengono la cittadinanza italiana la usano per trasferirsi in Germania o in Francia, dove trovano un miglior Welfare, quindi più servizi sociali, di supporto ai figli e alla famiglia. Il loro posto lo prendono i migranti economici degli ultimi anni“, ha raccontato durante l’intervista.

La questione immigrazione ed economia rimane un tema importante, soprattutto in Veneto dove gli imprenditori chiedono di ampliare i numeri del Decreto Flussi per mancanza di manodopera. “Per le industrie e le imprese artigiane è di nuovo un’enorme necessità, ci chiamano un giorno sì e uno no per chiederci un aiuto a trovarla, perché sul mercato non ce n’è abbastanza. I migranti sono richiesti come camerieri e lavapiatti nei bar, nei ristoranti e negli alberghi, come operai nell’edilizia e come braccianti nell’agricoltura”. Il problema rimane il regime di sfruttamento: “È vero, lo sfruttamento c’è. Come restano i ritardi della burocrazia nel rilascio dei permessi di soggiorno e nell’iter che porta al riconoscimento dello status di rifugiato.

Noi cerchiamo di aiutare. Io a Treviso ho la Cooperativa sociale Hilal, che si occupa di solidarietà, integrazione e ospitalità dei migranti. Cento vivono nei nostri due Centri di accoglienza straordinaria”, ha sottolineato Abdallah Khezraji.

“Il problema dell’accoglienza sono i costi”

Rispetto agli ultimi sbarchi, poi, il vicepresidente della Consulta regionale per l’Immigrazione ha detto: “Non si sono mai interrotti. Ma si tratta di numeri molto piccoli. Cosa vuole che siano 50 persone per una regione che nel 2015 ne accoglieva migliaia? Quella era vera emergenza, adesso approdano persone molto utili a interi settori dell’economia, come detto. La vera difficoltà nel gestire l’accoglienza oggi consiste nell’aumento dei costi dell’energia, schizzato per noi a un +40%, del cibo e delle materie prime. Ormai quest’attività non conviene più. Noi la proseguiamo per orgoglio e solidarietà, ma non è facile e non so per quanto tempo riusciremo ad andare avanti. Se ci saranno altre spese, dovremo consegnare le chiavi della cooperativa a qualcun altro”, ha ribadito in conclusione.

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