Roma, 29 ottobre 2025 – Al 31 dicembre 2024 i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia sono oltre 3 milioni e 800mila, in crescita del 5,6% rispetto al 2023. È quanto emerge dal nuovo Report Istat “Cittadini non comunitari in Italia – Anno 2024”, che fotografa una popolazione in aumento, ma con dinamiche molto differenziate tra Paesi e generi. Le prime collettività straniere si confermano ucraina, marocchina e albanese, tutte in aumento, ad eccezione dei filippini, in lieve calo (-591). Gli incrementi più significativi riguardano Bangladesh (+16,9%), Pakistan (+13,2%) e Tunisia (+12,8%).
Nel 2024 sono stati rilasciati 290.119 nuovi permessi di soggiorno, un dato in leggera diminuzione rispetto al 2023. In testa restano i cittadini del Bangladesh (28.045 nuovi titoli, pari al 9,7% del totale), seguiti da marocchini (8,9%) e albanesi, questi ultimi in forte calo (-26%). Aumentano invece gli ingressi di tunisini (+30,1%) e peruviani (+25,7%), mentre prosegue la netta riduzione degli arrivi dall’Ucraina (-54,2%). Per quanto riguarda la motivazione del permesso, si registra una diminuzione dei titoli per famiglia e per studio, a fronte di un incremento di quelli per lavoro (40.451, +3,8%). I permessi per motivi lavorativi rappresentano così il 13,9% del totale, anche se questo aumento non riguarda le donne, per le quali si osserva un calo del 30,3%. Le comunità tunisina e indiana da sole coprono il 68,2% dei nuovi permessi per lavoro.
I permessi per protezione internazionale risultano in leggera diminuzione (-2.177), soprattutto a causa del calo della componente femminile e della contrazione dei flussi dall’Ucraina. Tuttavia, nel 2024 la protezione internazionale resta la seconda motivazione di arrivo in Italia, con soli 623 nuovi permessi in meno rispetto al ricongiungimento familiare, che mantiene il primo posto. Il Bangladesh è il principale Paese di cittadinanza dei richiedenti asilo (32.865), seguito da Perù (15.595), Pakistan (11.740), Egitto (11.595) e Marocco (9.985).
La popolazione non comunitaria si concentra soprattutto nel Centro-Nord, dove risiede oltre l’80% dei titolari di permesso di soggiorno. Il Nord-ovest ospita da solo il 35,7%, con la Lombardia che accoglie un quarto del totale (25,1%) e la sola provincia di Milano il 13,1%. Seguono Lazio (11,0%) ed Emilia-Romagna (10,8%), mentre il Mezzogiorno conta una quota più ridotta, pari al 17,1% del totale.
I minori rappresentano il 17,3% della popolazione non comunitaria con permesso di soggiorno, una quota particolarmente alta tra le comunità africane. Cresce leggermente anche la presenza di over 60 (dal 11,6% al 12,2%). L’età media dei cittadini non comunitari è di 36 anni e la distribuzione di genere appare complessivamente equilibrata (48,0% donne). Tuttavia, le differenze tra collettività sono notevoli: tra i cittadini europei le donne sono il 61,6%, mentre tra gli africani solo il 36,2%.
Diminuisce il peso dei soggiornanti di lungo periodo, che passano dal 59,3% al 52,8% del totale. Il calo è in gran parte legato all’aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana, che nel 2024 hanno riguardato quasi 200mila persone, in prevalenza uomini (51,3%), soprattutto di origine albanese e marocchina. Complessivamente, al 31 dicembre 2024 si stimano quasi 2 milioni e 90mila italiani per acquisizione della cittadinanza, di cui 1 milione e 790mila (85,6%) originari di Paesi non comunitari. Il rapporto tra nuovi italiani e stranieri con permesso di soggiorno indica che oggi in Italia ci sono 47 cittadini di origine non comunitaria ogni 100 stranieri con un documento di soggiorno valido: un segnale chiaro della progressiva integrazione e del radicamento stabile della popolazione migrante nel tessuto sociale italiano.


