Roma, 28 luglio 2025 – Nuova operazione repressiva contro i lavoratori stranieri irregolari in Libia. Circa 1.500 migranti sono stati arrestati nei pressi della capitale, nel sobborgo di al-Sabaa, durante un’operazione condotta all’alba dalle forze di sicurezza libiche, con il chiaro obiettivo – secondo le autorità – di “contenere il problema dell’immigrazione clandestina” nel Paese nordafricano.
L’azione è stata coordinata direttamente dal ministro del Lavoro Ali al-Abed, con il supporto di ispettori del lavoro, dell’Agenzia per la lotta all’immigrazione clandestina e della polizia municipale. Durante i controlli sono state individuate abitazioni e campi improvvisati dove, da anni, vivono centinaia di stranieri senza permesso di soggiorno, documenti d’identità o cartelle cliniche.
“Circa 1.500 persone, per lo più egiziani e migranti provenienti dall’Africa subsahariana, abitavano in un campo circondato da mura e protetto da un grande cancello, dotato perfino di un piccolo sistema commerciale interno, con minimarket, macelleria e bancarelle di frutta e verdura”, ha riferito un giornalista dell’AFP presente sul posto.
Il ministro Abed ha precisato che tutti gli arrestati saranno trasferiti nei centri di detenzione gestiti dall’Autorità per la lotta all’immigrazione illegale, dove saranno avviate procedure legali in vista della possibile deportazione nei rispettivi Paesi d’origine.
La stretta sui migranti si inserisce in un nuovo piano nazionale annunciato dal primo ministro Abdelhamid Dbeibah a inizio luglio, durante un incontro a Tripoli con rappresentanti europei, volto a rafforzare il controllo sui confini e a rispondere alle pressioni internazionali.
Secondo il ministro dell’Interno libico Imad Trabelsi, si stima che tra 3 e 4 milioni di migranti si trovino illegalmente in Libia, che resta uno dei principali snodi di transito verso l’Europa, a soli 300 km dalle coste italiane.


