Roma, 7 marzo 2025 – La sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato il Governo italiano a risarcire un gruppo di migranti, trattenuti a bordo della nave Diciotti nel 2018 durante il mandato di Matteo Salvini come Ministro dell’Interno, ha scatenato un duro scontro tra esponenti politici e magistratura.
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno accolto il ricorso dei migranti, riconoscendo che il trattenimento a bordo per dieci giorni costituiva una privazione illegittima della libertà personale e ordinando quindi al Governo il risarcimento dei danni non patrimoniali. La Corte ha precisato che tale atto non poteva essere considerato come una scelta politica incontrollabile dal potere giudiziario, trattandosi invece di una funzione amministrativa soggetta al diritto internazionale e nazionale.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito “opinabile” la decisione della Cassazione, criticando il principio di risarcimento basato sulla “presunzione del danno”, che a suo dire contrasta con la giurisprudenza consolidata. Meloni ha inoltre sottolineato come la sentenza comporterà l’utilizzo di fondi pubblici per risarcire “persone entrate illegalmente” in Italia, definendo tale prospettiva “molto frustrante” per i contribuenti italiani.
Ancor più duro Matteo Salvini, protagonista diretto della vicenda, che ha bollato come “vergognosa” la sentenza, accusando i giudici di “invasione di campo” e provocatoriamente suggerendo loro di ospitare personalmente i migranti. La Lega ha rincarato la dose, invitando sarcasticamente i magistrati a “pagare di tasca loro” il risarcimento.
Immediata la replica della presidente della Cassazione, Margherita Cassano, che ha bollato come “inaccettabili” tali dichiarazioni, ricordando che la critica è legittima ma gli insulti minano la divisione dei poteri essenziale in uno Stato di diritto.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è unito al coro di critiche verso la sentenza, esprimendo preoccupazione per un possibile precedente che potrebbe generare richieste di risarcimento su vasta scala, mettendo a rischio le finanze dello Stato.
Durissimo anche l’intervento di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che ha accusato Meloni e la maggioranza di attaccare la magistratura per distogliere l’attenzione dai “fallimenti” del governo, sottolineando invece la necessità di concentrare le risorse su problemi reali come la crisi della sanità pubblica e i salari insufficienti.
Il caso Diciotti continua dunque a far discutere, sollevando questioni profonde sul ruolo della magistratura, il rapporto tra politica e giustizia e la gestione dell’immigrazione in Italia.