Roma, 9 giugno 2025 – In un Paese sempre più segnato da un’economia di guerra, i lavoratori migranti tornano a far sentire la loro voce con una mobilitazione nazionale davanti alle prefetture di tutta Italia. L’appello parte dall’Unione Sindacale di Base – lavoratori migranti: chiedono giustizia, rispetto e dignità per chi, pur contribuendo in modo significativo all’economia italiana, continua a subire discriminazioni e sfruttamento.
La protesta si inserisce in un clima di crescente tensione sociale e politica, alimentata anche dallo sciopero generale proclamato per il 20 giugno e dalla manifestazione nazionale del 21 giugno contro il genocidio del popolo palestinese, per il disarmo e per la pace. La voce dei migranti, sottolineano i promotori, è sempre più necessaria per contrastare un sistema che li accoglie solo per sfruttarne la manodopera a vantaggio di padroni senza scrupoli o per tamponare i vuoti lasciati da un welfare sempre più privatizzato.
“Invece di ringraziarli, li trattiamo come delinquenti, affidando alle forze di polizia il compito di ‘integrare’ queste persone nel nostro Paese”, denunciano i sindacalisti. Una situazione che alimenta un clima di esclusione e razzismo.
Le rivendicazioni dei migranti sono chiare: regolarizzazione per tutti, permesso di soggiorno subito, rispetto dei contratti di lavoro e di un salario dignitoso, diritto alla casa, riconoscimento del diritto di cittadinanza e chiusura dei CPR, considerati luoghi di detenzione disumani.
Non è un caso che la mobilitazione arrivi pochi giorni dopo il referendum sulla cittadinanza che ha escluso dalla partecipazione proprio i lavoratori stranieri. “È ora di ribadire con forza il ruolo attivo delle comunità straniere”, sottolineano i promotori, che aderiscono alle iniziative del mese di giugno lanciate dalla campagna Non Sulla Nostra Pelle.
A Roma, il presidio è previsto a Piazza Santi Apostoli alle 16:30.