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Migranti, per Meloni trasferire i profughi in Ruanda come vuole fare il Regno Unito non è deportazione

Roma, 28 aprile 2023 – Dopo l’incontro avvenuto ieri tra il Presidente italiano Giorgia Meloni e il primo ministro inglese Rishi Sunak, la Premier ha sottolineato il suo totale consenso alla dura linea che il governo inglese ha intrapreso contro i migranti irregolari. In particolare, a parere suo, risultano assurde le critiche che sostengono che il trasferimento in Ruanda dei clandestini sia una forma di deportazione. E questo perchè “di fronte all’immigrazione illegale non stai deportando nessuno”, ha affermato di fronte alla stampa.

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Migranti, per Meloni il trasferimento degli irregolari non è deportazione

La volontà di “delocalizzare” in Ruanda i migranti che entrano nel Regno Unito in modo illegale è stato annunciato nell’aprile del 2022, quando al governo c’era ancora Boris Johnson. Da allora le critiche sono state numerose, tanto da far intervenire la Corte Europa dei diritti umani, la quale ha bloccato un volo verso il Paese africano. Con il nuovo esecutivo, però, non solo si sono strette ancora di più le maglie sul tema immigrazione, ma si è tornati anche a parlare di questi trasferimenti in attesa che le richieste d’asilo siano processate. Se per i più l’idea di prendere i migranti e portarli in un Paese terzo risulti essere una vera e propria forma di deportazione forzata, per Giorgia Meloni è praticamente un’ottima idea.

“Non è un accordo sulla deportazione, ma un accordo fra Stati liberi per garantire la sicurezza delle persone”, ha infatti dichiarato di fronte alla stampa. Con grande maestria, poi, ha aggiunto: “Fare intendere che il Ruanda sia una nazione che non rispetta i diritti, una nazione inadeguata o addirittura indegna è un modo razzista di leggere le cose”. Rispetto all’intervento della Corte europea, invece, ha affermato: “Non so quali siano i principi che vengono violati. Questo racconto per cui in Ruanda come in qualsiasi nazione africana è una nazione impresentabile, quello sì che è razzismo. Non è una questione di deportazione, di fronte all’immigrazione illegale non stai deportando nessuno“.

Non ancora soddisfatta, Meloni ha poi aggiunto: “Quando queste persone arrivano tu processi le loro richieste. C’è un tempo nel quale quella richiesta va processata per capire se c’è il diritto ad avere la protezione internazionale o no. Nel qual caso, per tutte le Corti del mondo, se non hai diritto alla copertura devi tornare a casa”. E tornando alla questione dei trasferimenti, ha ribadito: “Io non sono d’accordo sul principio di deportazione. Non vi rendete conto della gravità del termine utilizzato“.

Infine, Meloni ha sollevato il sospetto che le critiche arrivino a senso unico: “Attenzione a come vengono raccontate le cose. Perché a me pare che molto sia legato a di che matrice sono i governi che fanno le stesse cose. E non faccio esempi perché i miei rapporti internazionali voglio mantenerli buoni… In alcuni casi si fa finta di niente. In altri si ingigantiscono questioni che sono semplicemente il tentativo di risolvere problemi che quando si intensificano rischiano di avere reazioni più difficili da controllare”.

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