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Rimpatri in Afghanistan, 20 Paesi chiedono all’Ue di accelerare le espulsioni: c’è anche l’Italia

Roma, 21 ottobre 2025 – Venti Paesi europei, tra cui Germania, Belgio e Italia, hanno firmato un documento congiunto che invita la Commissione europea ad accelerare i rimpatri dei cittadini afghani senza permesso di soggiorno, nonostante gli avvertimenti delle Nazioni Unite sul rischio di persecuzioni e violenze sotto il regime dei Talebani.

L’iniziativa è stata promossa dalla ministra belga per l’Asilo e la Migrazione, Anneleen Van Bossuyt, che ha consegnato la richiesta al commissario Ue per la Migrazione, Magnus Brunner, sollecitando “misure concrete per facilitare il ritorno volontario e forzato” degli afghani irregolari, “in particolare di quelli che rappresentano una minaccia per l’ordine pubblico”.

I Paesi firmatari

Oltre a Italia, Belgio e Germania, il documento è stato sottoscritto da Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Austria, Polonia, Slovacchia, Svezia, Repubblica Ceca e Paesi Bassi. Anche la Norvegia, pur non essendo membro dell’Ue, ha aderito all’iniziativa in quanto parte dello spazio Schengen e collaboratrice dell’Agenzia europea per l’asilo.

“Non possiamo più espellere i criminali afghani”

I Paesi da nord a sud, da est a ovest, si trovano ad affrontare lo stesso ostacolo: non possiamo espellere gli afghani illegali o i criminali, nemmeno se condannati. È ora di andare avanti insieme”, ha dichiarato Van Bossuyt.
La ministra ha inoltre chiesto di conferire a Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, un ruolo più ampio nel coordinamento dei rimpatri e nelle iniziative di reinserimento, invitando la Commissione a valutare la riattivazione dei rimpatri forzati, almeno per i soggetti considerati pericolosi per la sicurezza pubblica.

La posizione della Germania e le critiche Onu

La richiesta si inserisce nel solco di un’iniziativa già avviata dalla Germania, che — come ha ammesso il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt — sta negoziando con il regime dei Talebani per rendere possibili le espulsioni. Nessuno Stato europeo, eccetto la Russia, riconosce ufficialmente il governo di Kabul.

A luglio, la Germania aveva già espulso 81 cittadini afghani con un volo charter, provocando le critiche dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR). La portavoce Ravina Shamdasani ha ribadito che l’Afghanistan resta un Paese sotto “avviso di non ritorno”, dove i rimpatriati rischiano persecuzioni, torture e arresti arbitrari.

Sicurezza e tensioni nei centri d’accoglienza

Van Bossuyt ha difeso la linea dura, sostenendo che “la necessità di agire è urgente” anche per motivi di sicurezza interna. “Nel 2024 gli afghani erano al secondo posto per probabilità di commettere incidenti gravi nei nostri centri di accoglienza federali, e questo non è più tollerabile”, ha affermato.
“Abbiamo inviato un messaggio chiaro e forte alla Commissione europea: l’Europa deve riprendere il controllo sulla migrazione e sulla sicurezza”, ha concluso la ministra belga.

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