Roma, 4 luglio 2025 – Si accende il dibattito sulla riforma della cittadinanza: lo Ius scholae, da tempo al centro del confronto politico, torna con forza nell’agenda parlamentare grazie a un’apertura inaspettata di Forza Italia. La proposta, avanzata dal portavoce azzurro Raffaele Nevi e confermata dal vicepremier Antonio Tajani, consiste in un’intesa con le opposizioni per approvare una legge che conceda la cittadinanza ai figli di immigrati cresciuti e formati nel sistema scolastico italiano.
Una mossa che scuote le fondamenta della maggioranza. L’idea piace al centrosinistra: il Partito Democratico si dice disponibile al confronto parlamentare, e anche Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle accolgono con entusiasmo il possibile varco. Favorevoli pure Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Italia Viva e +Europa. Ma resta una domanda chiave: FI è davvero pronta a calendarizzare il testo?
Tajani, pur difendendo la proposta, appare cauto: teme che un’accelerazione possa destabilizzare il governo. Propone una versione più rigida dello Ius scholae — dieci anni di scuola “con profitto” — e sottolinea le differenze con il testo sostenuto dal Pd. Tuttavia, le opposizioni sembrano intenzionate a forzare la mano: tra le ipotesi sul tavolo c’è la richiesta di calendarizzazione di una proposta alternativa, che costringerebbe la commissione ad accorpare il testo di Forza Italia, portandolo comunque in Aula.
Nel frattempo, si moltiplicano le dichiarazioni politiche. Delrio, Malpezzi e Di Biase chiedono di cogliere l’occasione per garantire diritti ai bambini cresciuti in Italia. Conte rilancia con forza: «Facciamolo subito, possiamo anche rinunciare alle ferie». Anche Fratoianni, Bonelli e Calenda offrono il loro sostegno.
Ma la destra reagisce. La Lega bolla la proposta come «tecnicamente sbagliata e irricevibile», con Rossano Sasso che denuncia una presunta carenza linguistica tra gli alunni stranieri. Anche Fratelli d’Italia esprime freddezza, pur ricordando che in passato la stessa Meloni si era dichiarata favorevole alla riforma.
In Aula al Senato, Matteo Renzi provoca Tajani: «Presenterà davvero la proposta o ha paura di Meloni?». Il vicepremier replica assicurando che l’intenzione c’è, ma che i tempi non saranno brevi per via dell’agenda fitta di decreti. Tuttavia, FI potrebbe presto essere messa di fronte a un bivio: sostenere la propria proposta di riforma con l’appoggio delle opposizioni o rinnegare l’impegno preso, rischiando di perdere credibilità politica.
Lo scontro è aperto, e l’esito tutt’altro che scontato. Lo Ius scholae potrebbe diventare il terreno su cui si misura la tenuta della maggioranza — o il banco di prova per nuove alleanze parlamentari.