in

Regolarizzazione: ecco i dati definitivi

Si chiude a 294mila domande. Il ministero dell’Interno: "Come previsto dal governo" Roma – 1 ottobre 2009 – Con lo stop alle domande, arrivano i dati definitivi sulla regolarizzazione dei lavoratori domestici extracomunitari.  Dal 1 al 30 settembre sono arrivate complessivamente al Ministero dell’Interno 294.744 domande, 180.408 per colf e 114.336 per badanti.

I datori di lavoro che hanno spedito la domanda da soli (149.670) sembrano essere di più rispetto a quanti si sono affidati ad associazioni e patronati (137.160),  ma in realtà nel primo dato rientrano anche quelli che si sono fatti aiutare da centri servizi, avvocati, commercialisti ecc. In pochi si sono rivolti ai consulenti del lavoro (5.419) o agli sportelli dei Comuni (3.817).

La top ten delle province è guidata da Milano (43.393 domande, il 14,72%), Roma (32.034 10,87%) e Napoli (24.331 8,25%), seguono Brescia, Bergamo, Torino, Caserta, Bologna , Modena e Reggio Emilia. Tra i lavoratori ci sono in testa ucraini (37.178 domande, il 12,61%), marocchini (36.112 12,25%) e moldavi (25.588  8,68%), quindi cinesi, bangladesi, indiani, egiziani, senegalesi, albanesi e pakistani.

“Sono state pienamente rispettate , le previsioni del Governo che  stimava in 300mila il numero di soggetti interessati all’emersione. Previsioni formulate nella relazione tecnica allegata al provvedimento anticrisi, approvato lo scorso agosto” recita oggi un comunicato del Viminale.

Ad essere precisi, quella cauta relazione tecnica, che serviva a calcolare la copertura finanziaria della regolarizzazione, parlava solo di 170mila lavoratori extracomunitari da far emergere. Fatto sta che mentre a fine agosto si metteva a punto la macchina della regolarizzazione, proprio dal ministero dell’Interno erano uscite previsioni tra le 500mila e 750mila domande.

Scarica tutte le statistiche della regolarizzazione

EP

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Appuntamenti veloci, mancano solo Roma e Milano

CRISI ECONOMICA: LOY (UIL), ANCHE DA FMI ALLARME OCCUPAZIONE ITALIA