Roma, 5 novembre 2025 – La Tunisia ha annunciato di aver rimpatriato 10.000 migranti irregolari subsahariani dall’inizio del 2025, nell’ambito di un programma di “ritorno volontario” realizzato con il supporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e in coordinamento con i Paesi africani di origine.
L’annuncio è stato dato dal ministro degli Esteri tunisino Mohamed Ali Nafti durante una riunione congiunta delle commissioni Affari esteri e Investimenti dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo e del Consiglio nazionale delle regioni e dei distretti.
Nafti ha sottolineato che l’obiettivo del governo è estendere la misura ai restanti irregolari, assicurando il rispetto della dignità umana e colpendo al tempo stesso le reti di tratta che sfruttano le persone in movimento. Ha ribadito che la Tunisia non intende diventare punto di transito verso l’Europa, né Paese di soggiorno per i migranti irregolari, chiedendo invece un approccio condiviso con i partner europei che privilegi canali regolari di mobilità.
Il ministro ha inoltre definito i migranti “vittime delle reti criminali”, collegando i rimpatri all’azione di contrasto contro i trafficanti di esseri umani. La posizione tunisina, ha detto, è “categorica” e sarà mantenuta anche nel dialogo con i rappresentanti dell’Unione Europea e dell’OIM.
Secondo i dati più recenti dell’OIM, nel solo mese di luglio 2025 l’agenzia ha facilitato oltre mille rimpatri nell’ambito del programma AVRR (Assisted Voluntary Return and Reintegration). Queste cifre confermano la portata dell’annuncio odierno e mostrano come la strategia migratoria tunisina stia puntando su due direttrici:
- maggiore cooperazione con i Paesi africani e le organizzazioni internazionali;
- ferma opposizione a trasformare la Tunisia in un “hub di transito verso l’Europa”.
La sfida, ora, sarà duplice: garantire standard di tutela e dignità per i migranti rimpatriati e mantenere un dialogo efficace con i partner europei su mobilità legale, sviluppo e lotta ai trafficanti.
In questo modo Tunisi consolida una politica migratoria autonoma e pragmatica, volta a rafforzare la propria sovranità e al tempo stesso a gestire la pressione migratoria regionale in cooperazione con gli attori internazionali.


