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Decreto flussi 2022: come funziona l’ingresso per lavoro non stagionale, autonomo e conversione? L’esperto risponde

Roma, 1 febbraio 2023 – Il decreto Flussi 2022 ammette l’ingresso in Italia di 38.705 stranieri per lavoro non stagionale, autonomo e conversione in lavoro subordinato / autonomo di alcune categorie di permessi.

COME E’ RIPARTITA LA QUOTA DI 38.705 LAVORATORI

All’interno di questa quota, sono riservate i seguenti posti:

  1. 30.105 ingressi per lavoro subordinato non stagionale del settore:

autotrasporto merci per conto terzi, edilizia, turistico alberghiero e – novità per il 2022 – meccanica, telecomunicazioni, alimentare e cantieristica navale. Tale quota è riservata a cittadini di seguito elencati (che hanno firmato o firmeranno un accordo di cooperazione con l’Italia entro il 2023);

  • 1100 ingressi per lavoro subordinato e autonomo delle seguenti categorie:

–  stranieri che abbiano concluso programmi di formazione e istruzione nel proprio Paese di origine ;

– lavoratori residenti in Venezuela, che siano di origine italiana per parte di almeno un genitore fino al terzo grado di discendenza.

         C) conversione dei seguenti permessi di soggiorno per stranieri già presenti in Italia (6.600+400)

         – non comunitari che intendano convertire in lavoro subordinato il permesso stagionale / per studio / tirocinio / formazione professionale / permesso per lungo soggiornanti rilasciato da altro Paese dell’Unione Europea;

         –  non comunitari che intendano convertire in lavoro autonomo il permesso per studio/tirocinio/ formazione o il permesso per lungo soggiornanti rilasciato da altro Paese dell’Unione Europea

         D) 500 ingressi per lavoro autonomo per professionisti (imprenditori/liberi professionisti/ titolari cariche societarie)

Paesi di provenienza per lavoro non stagionale nei settori indicati dal Decreto

a) 24.105 lavoratori potranno provenire da:

Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina;

2) 6.000 posti sono invece riservati a lavoratori di Paesi che firmeranno nel corso del 2023 accordi di cooperazione con l’Italia.

Articolo realizzato per Stranieri in Italia da: Federica Merlo, avvocato

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