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La comunità ucraina festeggia l’assoluzione di Vitaly Markiv

Roma, 10 dicembre 2021 – La Corte di Cassazione d’appello di Roma ha assolto Vitaly Markiv, ex soldato della Guardia nazionale ucraina, imputato per l’omicidio di Andy Rocchelli. Una vittoria per tutti gli ucraini, che conferma la fede nella giustizia italiana e riporta all’attenzione della società italiana la guerra, tuttora in corso, nella regione ucraina di Donbas.

DI CHE COSA SI TRATTA

Il 24 maggio 2014 Il fotoreporter pavese Andy Rocchelli perse la vita nel Donbas colpito da un colpo di mortaio, mentre stava realizzando un reportage nella zona dell’Ucraina occupata dai separatisti, guidati e sostenuti dalla Federazione Russa.

Per il suo omicidio l’ucraino Vitaly Markiv, ex soldato della Guardia nazionale, era stato condannato in primo grado a 24 anni di carcere e poi assolto in appello “per non aver commesso il fatto”. La Cassazione conferma l’assoluzione nei confronti di Vitaly Markiv, dichiarando inammissibili i ricorsi presentati. Il soldato, dopo aver trascorso oltre tre anni in carcere, è tornato in Ucraina e ora con la decisione della Cassazione per lui la vicenda è chiusa.

PERCHE TANTO SCALPORE

Questa vicenda aveva uno sfondo fortemente politico. La propaganda russa ha usato questo caso per dare torto all’Ucraina costretta dal 2014 a difendere l’integrità del suo territorio nella guerra non annunciata con la Russia, dopo l’annessione della penisola di Crimea.

Secondo i dati ONU il conflitto armato ha visto 42 000-44 000 morti, 25% di quali civili.

Oltre a sostenere i separatisti, la Russia ha messo in moto diverse tattiche di guerra ibrida per colpire l’immagine del paese nella politica internazionale e presso l’opinione pubblica.

L’UE e gli Stati Uniti sostengono la sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina e hanno risposto alla Russia con forti misure economiche e politiche.

Ora la decisione della Corte di Cassazione d’appello di Roma conferma la fede nella giustizia e nello stato di diritto.

Marianna Soronevych

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